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dietro le quinte di wikileaks (prima puntata)

Intervista a Jacopo De Michelis

In occasione della prossima uscita internazionale di Inside WikiLeaks. La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo di Daniel Domscheit-Berg, in libreria in Italia dal 16 febbraio 2011, Jacopo de Michelis, direttore editoriale responsabile della narrativa Marsilio, racconta come la casa editrice sia riuscita ad assicurarsi i diritti del libro che rappresenta l’evento più atteso del momento. Una testimonianza appassionante dal cuore degli eventi.

di Oddina Pittatore


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Marsilio festeggia i 50 anni di attività editoriale anche con la pubblicazione del memoir di Daniel Domscheit-Berg, l’informatico tedesco ex braccio destro di Julian Assange.

Una scelta che rispecchia un’attenzione all’attualità o un fiuto particolare per i best seller?


La prima sicuramente, quanto al secondo, ovviamente lo speriamo!

Del resto, molti hanno notato come tutta la vicenda di WikiLeaks, e il personaggio di Julian Assange in particolare, sembrano partoriti dalla fantasia di Stieg Larsson. Dunque, in qualche modo era naturale che finissimo per pubblicare un libro sull’argomento!

Jacopo De Michelis Un’uscita in contemporanea a livello internazionale, un evento editoriale. Come siete riusciti ad assicurarvi i diritti di questo libro attesissimo?

Seguo con estremo interesse il caso WikiLeaks da tempo ed è già dall’estate scorsa che mi sarebbe piaciuto pubblicare qualcosa sul tema.

Avevo le antenne tese, e quando a dicembre ho letto sul quotidiano inglese Guardian l’annuncio della prossima uscita del libro abbiamo contattato all’istante la casa editrice tedesca che lo sta pubblicando. Insomma, ce lo siamo assicurati perché siamo stati i più veloci, e con questo genere di libri la prontezza di riflessi è essenziale.

Ma questo è stato il meno, la cosa veramente difficile è stata organizzare e seguire la lavorazione in tempi strettissimi, in modo da poter uscire praticamente in contemporanea con la pubblicazione in Germania. Tradurre un libro non dopo ma mentre viene scritto non è affatto una passeggiata!

Domscheit-Berg ha accusato Assange di comportamenti poco limpidi e di aver snaturato l’idea iniziale del progetto Wikileaks, che persegue la totale trasparenza politica.

In che modo l’autore documenta la “sua” verità?


Molto semplice, attraverso l’esperienza diretta. Fino al settembre scorso, quando insieme ad altri collaboratori del sito ha dato le dimissioni in polemica con Assange, Daniel Domscheit-Berg era il numero due, e ha vissuto in prima persona tutta l’avventura di WikiLeaks. Lui era lì, nel cuore degli eventi, e insieme a Julian Assange stesso è la persona che ha più titolo per poterne parlare.

"La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo" è un sottotitolo che mette in evidenza la posizione di rottura col fondatore di Wikileaks.

Come possiamo definire questo libro: polemico, equilibrato, appassionato, appassionante?


Direi che tutto sommato, considerato come sono andate le cose tra Domscheit-Berg e Assange, è un libro abbastanza equilibrato, a me è parso di cogliere persino un residuo affetto verso Assange, anche se certo non gli vengono risparmiate accuse e critiche. Del resto, l’autore resta convinto che l’idea originaria di WikiLeaks, che poi Assange avrebbe snaturato, sia sacrosanta, tanto che proprio in questi giorni sta lanciando OpenLeaks, una piattaforma analoga ma alternativa.

Di sicuro è una lettura appassionante, e non potrebbe essere altrimenti: quella di WikiLeaks è una storia incredibile, in pochi anni questo sito spuntato dal nulla ha rivoluzionato le regole del mondo dell’informazione, producendo più scoop esplosivi di qualsiasi giornale o canale televisivo al mondo, ha fatto fallire banche, vacillare regimi, modificare leggi, infuriare il Pentagono e i governi di mezzo mondo. Una vicenda, appunto, degna di un thriller di Stieg Larsson!

È stato definito un libro esplosivo destinato a far molto discutere. A che pubblico di lettori si rivolge?

È difficile dirlo, negli ultimi mesi WikiLeaks e Assange hanno polarizzato un’attenzione e una curiosità enormi, per cui, dato che Inside WikiLeaks non è un saggio tecnico-specialistico ma un memoir, il racconto autobiografico di grande fascino e suggestione di un’esperienza vissuta, potenzialmente si rivolge a un pubblico molto vasto ed eterogeneo.

Ad aprile uscirà l’altra parte della verità, l’autobiografia di Daniel Assange.

La lettura di questi due libri, che offriranno probabilmente punti di vista contrapposti, quanto aiuterà a capire un fenomeno complesso come Wikileaks?


Finora praticamente tutto quello che si è scritto e pubblicato su WikiLeaks aveva un punto di vista esterno, il fenomeno veniva esaminato dal di fuori. E il paradosso è che il sito, pur essendo un paladino dell’assoluta trasparenza, riguardo a se stesso, soprattutto per volere di Assange, è sempre stato estremamente opaco.

Con Inside WikiLeaks, per la prima volta veniamo ammessi nelle segrete stanze del “sito più pericoloso del mondo”, e assistiamo a cosa accadeva realmente dietro le quinte.

Inutile dire che questo ci farà scoprire diverse cose di cui finora poco o nulla si sapeva, dunque sì, contribuirà in maniera essenziale alla comprensione del fenomeno e – aggiungo – la modificherà anche in più di un punto.

Quanto a quello di Assange, è impossibile parlare di un libro che ancora non c’è.

Qualche anticipazione?

Purtroppo fino all’11 febbraio, giorno dell’uscita in Germania (da noi sarà in libreria il 16), vige un embargo assoluto riguardo alla divulgazione di qualsiasi contenuto del libro, dunque non posso anticipare nulla. Posso però dire che retroscena inediti e sorprendenti e rivelazioni anche piuttosto clamorose non mancheranno!
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