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CENTENARIO DELL'IMPRESA DI FIUME

War & Love

All'indomani della tragedia della I Guerra Mondiale, l'impresa dannunziana di Fiume cristallizzò tutte le contraddizioni e le tensioni dell'epoca, trasformando la città sul golfo del Quarnaro nel fulcro politico e culturale d'Europa. Un'avventura unica alla quale parteciparono forze eterogenee e politicamente agli antipodi, unite dalla stessa ansia di ribellione contro l'ordine costituito.

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Il 12 settembre 1919 una colonna di 2500 soldati e volontari guidati da Gabriele D'Annunzio, senza sparare un colpo di fucile, prese possesso della città di Fiume e ne proclamò l'annessione all'Italia.

Atto eroico, avventura tragicomica di un poeta megalomane, prova generale del Fascismo, Sessantotto ante litteram: sono molte e divergenti le interpretazioni dell'impresa di Fiume, un evento che cristallizzò le contraddizioni e le tensioni dell'epoca all'indomani dell'immane tragedia della I Guerra Mondiale.

Fiume L'idea di conquistare Fiume iniziò a balenare nella mente di D'Annunzio alla fine del 1918, quando divenne sempre più concreto il timore che gli imminenti accordi di pace avrebbero danneggiato l'Italia. Fu allora che, in un articolo sul «Corriere della Sera», lanciò il famoso grido «Vittoria nostra, non sarai mutilata».

La pubblicazione da parte dei bolscevichi, alla fine del 1917, dei contenuti del Patto di Londra del 1915 – in base ai quali l'Italia si impegnava a entrare in guerra al fianco della Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia) contro gli Imperi Centrali in cambio di cospicui compensi territoriali – contribuì a mettere sotto accusa il metodo della "diplomazia segreta" nelle relazioni internazionali, e diede il destro al Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson per propugnare il "principio di nazionalità" come base per il nuovo ordine mondiale, opponendosi alle rivendicazioni territoriali e all'espansione italiana nell'Adriatico.

La Conferenza di pace di Parigi nel gennaio 1919 tolse fin dai primi giorni ogni dubbio sull'opposizione internazionale all'annessione italiana di Fiume, reclamata anche dal neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni che entrò in fortissimo contrasto con l'Italia.

Fu così che, rafforzata dalla propaganda nazionalista, si fece sempre più diffusa la convinzione che tre anni di sofferenze e oltre seicentomila morti erano stati inutili, e che ai confini d'Italia il nemico asburgico era stato semplicemente sostituito da un nuovo nemico ancora più ostile.

L'indecisione e la divisione interna del nostro governo complicarono ulteriormente le trattative. Wilson si rivolse direttamente al popolo italiano affinché rinunciasse alle rivendicazioni su Fiume, scavalcando di fatto il governo, tanto da spingere Vittorio Emanuele Orlando ad abbandonare per protesta la Conferenza di pace.

Ma le trattative continuarono senza la delegazione italiana, che dovette ritornare sui suoi passi. Il 10 settembre 1919 venne sottoscritto dal nuovo presidente del consiglio Francesco Saverio Nitti il Trattato di Saint-Germain, che definiva i confini italo-austriaci lasciando in sospeso quelli orientali oggetto di contesa tra Roma e Belgrado.

Due giorni dopo, D'Annunzio entrò a Fiume, dando vita a un'avventura unica che durò, con alterne vicende, 16 mesi durante i quali il governo italiano si mosse con grande prudenza, evitando l'intervento armato per timore che l'esercito disertasse.

A Fiume confluirono forze eterogenee e politicamente agli antipodi: arditi, militari rientrati dal fronte ma anche rappresentanti dell'interventismo di sinistra e del sindacalismo rivoluzionario.

La città divenne una sorta di laboratorio anarchico, un esperimento di «controsocietà» in opposizione alle idee e ai valori dell'epoca.

Nella "città della vita" si consumavano droghe, si praticava il libero amore, il naturismo, l'omosessualità; tutto era lecito, la morale era un concetto del tutto estraneo e la trasgressione la norma.

Artisti, letterati, uomini di ingegno – da Giovanni Comisso a Guido Keller, da Guglielmo Marconi ad Arturo Toscanini, da Marcello Gallian a Filippo Tommaso Marinetti – si riversarono a Fiume in un clima di eccitazione creativa, organizzando scherzi, provocazioni e azioni dimostrative per mettere alla berlina gli amanti dell'ordine e della disciplina.

Mussolini, che con D'Annunzio ebbe un rapporto assai controverso di amore/odio, attinse a piene mani da riti, miti ed estetica fiumana – la liturgia della politica di massa, i discorsi dal balcone, il culto per i caduti e le bandiere, le camicie nere e i fez degli arditi, il canto Giovinezza, gli slogan "me ne frego" e "a noi!", il saluto "eia eia alalà".

Questo "saccheggio" ha contribuito a bollare e a ridurre l'avventura fiumana a semplice prodromo del Fascismo svuotandola dei suoi contenuti più libertari, come la modernissima Costituzione scritta dal sindacalista socialista Alceste de Ambris e da D'Annunzio.

Promulgata l'8 settembre 1920, la "Carta del Carnaro" prevedeva un sistema corporativo di democrazia diretta e organica, il suffragio universale senza distinzione di sesso, razza e religione e garantiva a tutti i cittadini l'istruzione primaria, il salario minimo, l'assistenza in caso di malattia o disoccupazione e la pensione di anzianità.

Due mesi dopo, l'avventura fiumana terminò. Giovanni Giolitti firmò l'Accordo di Rapallo con cui Roma si assicurava la sovranità su Zara e alcune isole mentre Fiume sarebbe diventata una città indipendente. Il 24 dicembre, in quello che divenne noto come il "Natale di sangue", l'esercito regio attaccò Fiume che, dopo pochi giorni, capitolò.

Il 18 gennaio 1921 D'Annunzio concluse con un teatrale "Viva l'Amore" il suo ultimo discorso dal balcone del Palazzo del Governo prima di ritirarsi a Gardone.

Per approfondire la conoscenza dell'impresa di Fiume in tutti i suoi aspetti – politici, militari, sociali e culturali – vi proponiamo un percorso in 25 libri, selezionati tra quelli presenti nel Catalogo dei libri in commercio, con un'attenzione particolare alle novità uscite in occasione del Centenario.


Gli allegri filibustieri di D'Annunzio Tom Antongini, Gli allegri filibustieri di D'Annunzio, 2013, AGA (Cusano Milanino)

Fin dal primo momento della presa da parte di d'Annunzio, Fiume può a tratti evocare l'angiporto dell'Isola di Tortuga. Osterie e locande in cui si ritrovano a cantare legionari, arditi, artisti, reduci di tutte le armi. Per le strade sfilano uomini in armi con "divise" raffazzonate assieme ad impeccabili soldati in uniforme d'ordinanza. A Fiume assediata manca tutto: Che fare? Colpi di mano. Pirateria. Per secoli gli Uscocchi, i pirati del Carnaro, hanno taglieggiato le galere della Serenissima: i Legionari han ripreso questa sana tradizione. "Se no" – come diceva Kochnitzky – "a che servirebbe aver una flotta e i 'mas' graziosi e veloci?"
Yoga. Sovversivi e rivoluzionari con d'Annunzio a Fiume Simonetta Bartolini, «Yoga». Sovversivi e rivoluzionari con d'Annunzio a Fiume, 2019, Luni Editrice

L'autrice ricostruisce la storia di «Yoga», la rivista di cultura e politica fondata da Giovanni Comisso e Guido Keller nel novembre 1920, e dell'omonimo movimento nato nella "città di vita" nell'estate di quello stesso anno. Di «Yoga» si sa poco o niente, anche a causa della difficile reperibilità dell'intera collezione, i cui articoli sono qui per la prima volta pubblicati in trascrizione integrale. Un piccolo tesoro di prose d'arte (firmate da Comisso, de Pisis e altri anonimi redattori), di riflessioni sulla complessa situazione fiumana all'indomani della promulgazione della Carta del Carnaro e della firma del trattato di Rapallo, di polemiche politiche e artistiche.
Generazione fiumana. Tra contestazione giovanile, antipolitica e fermenti internazionalisti (1919-1920) Pietro Battistella, Generazione fiumana. Tra contestazione giovanile, antipolitica e fermenti internazionalisti (1919-1920), 2014, Edizioni Saecula

Il saggio è organizzato in due sezioni: la prima incentrata su tre personaggi storici (i letterati Giovanni Comisso, Mario Carli, Leon Kochnitzky) e sull'analisi della memorialistica a loro contemporanea; la seconda sulla contestazione giovanile e antipolitica e sull'internazionalizzazione dell'impresa. La tesi dell'autore è che l'occupazione di Fiume e le successive esperienze che si svolsero in città siano avvenimenti inquadrabili entro i caratteri dello scontro generazionale.
Almeno non ignobili. Esteti, aristocratici ed eversori alla prova della grande guerra e dell'impresa di Fiume Antonio M. Calderazzi, Almeno non ignobili. Esteti, aristocratici ed eversori alla prova della grande guerra e dell'impresa di Fiume, 2002, Gaspari

La Grande Guerra sanzionò la fine dell'Ancien Régime e aprì l'epoca delle masse. Questo libro propone la riscoperta di un aspetto finora trascurato dalla storiografia: la guerra degli esteti, degli aristocratici, dell'eroismo dell'élite e della rivolta ideale. L'autore riporta una serie di eventi legati a personaggi come Gaetano Facchi, Alessandra, Carlo e Cesare Porro, Fulcieri Paulucci di Calboli, Ludovico Toeplitz e D'Annunzio, un grande poeta che per la prima volta nella storia dell'umanità divenne capo di un esercito composto da migliaia di uomini di ogni condizione sociale.
La Carta del Carnaro e altri scritti su Fiume Gabriele D'Annunzio, La Carta del Carnaro e altri scritti su Fiume, 2019, Castelvecchi

La Costituzione della Reggenza italiana del Carnaro è stata scritta da Gabriele D'Annunzio sulla base di una dettagliata e coraggiosa proposta di Alceste De Ambris. Un documento destinato a fare storia e a rappresentare un modello innovativo e rivoluzionario, fondato su princìpi modernissimi. Oltre a un prezioso raffronto sinottico con la stesura originale di De Ambris, il libro è arricchito dai documenti preparatori alla scrittura della Carta, da una scelta di altri scritti dannunziani su Fiume e da un'appendice iconografica che ripercorre le tappe salienti dell'impresa.
D'Annunzio politico. Nell'impresa fiumana Nino Daniele, D'Annunzio politico. Nell'impresa fiumana, 2019, AGA (Cusano Milanino)

Pubblicato nel 1928 in Brasile, questo testo di Nino Daniele – comunista, bombacciano, ardente sostenitore della rivoluzione d'Ottobre e dell'impresa di Fiume – riporta molti retroscena della preparazione della Marcia su Ronchi, degli incontri da lui propiziati e riusciti di d'Annunzio con personalità di primo piano come Benito Mussolini, e mancati come quello con Antonio Gramsci. Il libro è introdotto da un saggio di Claudio Siniscalchi riguardante gli studi storici su d'Annunzio ed è chiuso dal testo del 1978 di Renzo de Felice che per la prima volta toglieva dall'oblio l'epopea fiumana, per certi versi dimenticata tanto dai "neri" che dai "rossi" per opposte ragioni.
La carne del Carnaro. Un giorno nella vita di Gabriele D'Annunzio: venerdì 12 Settembre 1919, la marcia su Fiume Pierluigi Romeo Di Colloredo, La carne del Carnaro. Un giorno nella vita di Gabriele D'Annunzio: venerdì 12 Settembre 1919, la marcia su Fiume, 2017, ITALIA Storica

L'autore racconta, ora per ora, una "giornata particolare" per l'Italia restituendone il ritmo incalzante e ricostruendone ogni tappa attraverso l'intreccio delle voci dei protagonisti. Il lettore potrà vivere la perfezione drammatica con cui d'Annunzio ha saputo piegare gli eventi alla sua volontà, preparandone al tempo stesso una narrazione dal ritmo epico.
I disertori di Ronchi. L'organizzazione della marcia su Fiume - La diserzione dei Granatieri - Lo stato libero del Carnaro - Il Natale di sangue Riccardo Frassetto, I disertori di Ronchi. L'organizzazione della marcia su Fiume - La diserzione dei Granatieri - Lo stato libero del Carnaro - Il Natale di sangue, 2019, Antiga Edizioni

Scritto nel 1926 dal tenente Riccardo Frassetto, il volume riporta fedelmente fatti, antefatti e tormentati retroscena della Marcia di Ronchi e dell'Impresa di Fiume. Frassetto rimase tutti i 16 mesi a fianco di D'Annunzio quale "Ufficiale addetto alla sua persona" e come "Unico Comandante della Legione di Ronchi". Il testo fu approvato da Gabriele D'Annunzio che scrisse: «Ho letto il tuo bel libro. Caro Riccardo, ora sei autore fra gli autori».
Gabriele D'Annunzio uscocco Costanza Gatta, Gabriele D'Annunzio uscocco, 2019, Ianieri

Appena designato Governatore di Fiume, D'Annunzio dovette cercare una soluzione per resistere sino a quando il governo italiano non si fosse deciso a far annettere ufficialmente Fiume all'Italia. Il problema principale era quello dell'approvvigionamento dei viveri per la città e, specialmente, per i suoi legionari; chiese, pertanto, aiuto ai triestini e affidò al capitano Mario Magri l'organizzazione di un gruppo di filibustieri, destinati a compiere atti di pirateria, affidando il compito alla Marina, formata da disertori e sindacalisti marittimi anarchici, che chiamò gli Uscocchi, in memoria degli antichi pirati veneti.
Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione. Fiume 1919-1920 Giordano Bruno Guerri, Disobbedisco. Cinquecento giorni di rivoluzione. Fiume 1919-1920, 2019, Mondadori

Il 12 settembre 1919 un poeta, alla testa di duemila soldati ribelli, conquista una città senza sparare un colpo. Vi rimarrà oltre un anno, opponendosi alle maggiori potenze sotto gli occhi di un mondo ancora sconvolto dalla Grande Guerra. Lo scopo di Gabriele d'Annunzio e dei suoi legionari non era solo rivendicare l'italianità di Fiume: il Vate sognava di trasformare la sua «Impresa» in una rivoluzione globale contro l'ordine costituito, e nell'avveniristica Carta del Carnaro teorizzò un governo della cosa pubblica lontano da quello dello Stato liberale, socialista, fascista. L'autore ricostruisce quei sedici mesi attraverso migliaia di documenti inediti custoditi negli Archivi del Vittoriale, intrecciando la grande storia con le vicende degli uomini e delle donne che hanno vissuto quell'irripetibile avventura, e portando alla luce un aspetto inedito della poliedrica personalità dell'uomo che ne fu l'ispirato animatore e l'indiscusso protagonista.
D'Annunzio e i suoi legionari. Il tenente Eugenio Maria Poletti e i rapporti fra Legionari e militari regolari durante l'impresa di Fiume Leonardo Malatesta, D'Annunzio e i suoi legionari. Il tenente Eugenio Maria Poletti e i rapporti fra Legionari e militari regolari durante l'impresa di Fiume, 2013, Reverdito

Il volume, avvalendosi di documenti presenti negli archivi militari e privati italiani, vuole focalizzare l'attenzione su un aspetto particolare dell'impresa di Fiume: i rapporti fra i legionari fiumani e i reparti militari in Italia. Fra i vari argomenti trattati: la marcia su Ronchi con protagonisti i Granatieri di Sardegna, la nascita delle forze armate legionarie, gli screzi fra D'Annunzio e l'ala legalitaria rappresentata dal maggiore Reina e dall'arma dei Carabinieri, il ruolo della Guardia di Finanza.
La passione di Fiume. Diari - Cronache - Documenti Mario Maria Martini, La passione di Fiume. Diari - Cronache - Documenti, 2019, NovaEuropa Edizioni

Letterato e giornalista, fervente dannunziano, Mario Maria Martini (1880-1953) fu a Fiume, dove ricoprì il ruolo di Segretario speciale del Vate. Da questa esperienza nacque La passione di Fiume, pubblicato alla fine del 1919, una manciata di settimane dopo i fatti narrati. Un vero e proprio instant book ante litteram, ma anche una corsara fuga di notizie, per combattere la censura istituita da Nitti. Per demolire la rete di notizie false diffuse dalla stampa intorno alla "città olocausta", Martini elabora un dispositivo di contro-narrazione, una contraerea di articoli, dichiarazioni e documenti di prima mano, in un vertiginoso conto alla rovescia registrato in presa diretta, alla volta di una città in cui, forse per l'ultima volta nel Novecento, la rivoluzione si fece esperienza sacra.
Fiume 1919. Una guerra civile italiana Marco Mondini, Fiume 1919. Una guerra civile italiana, 2019, Salerno

L'Italia del 1919 aveva vinto la guerra, ma stava perdendo la pace. Era un paese rissoso e inquieto, lacerato dagli scontri tra fazioni, paralizzato dagli scioperi, terrorizzato da squadre armate di partito che si affrontavano nelle piazze e nelle campagne. Nel caos di un'Europa che stava cercando di lasciarsi alle spalle i lutti e le distruzioni della Grande Guerra, la penisola sembrava una polveriera sul punto di esplodere. E ben presto, gli italiani impararono un nome che sembrava riassumere tutte le loro frustrazioni: Fiume. In pochi casi un'invenzione mediatica ha pesato così tanto sul destino di un paese intero. All'inizio di quella che avrebbe dovuto essere l'ultima campagna del Risorgimento, quasi nessuno sapeva dell'esistenza di questa città portuale affacciata sull'Adriatico. Nel 1919, sembrò improvvisamente che senza Fiume le centinaia di migliaia di morti della guerra e la Vittoria stessa non avrebbero avuto più alcun senso. Come ciò sia stato possibile, è la questione al centro di questo libro.
Natale di sangue. D'Annunzio a Fiume Giacomo Properzj, Natale di sangue. D'Annunzio a Fiume, 2010, Ugo Mursia Editore

Attraverso testimonianze e memorie, viene ricostruita la vita di Fiume in quel breve lasso di tempo in cui fu il centro dell'interesse politico-culturale d'Europa. Eroica, retorica, goliardica, superficiale, culturalmente all'avanguardia, libertina e illecita, l'Impresa di Fiume lasciò una grande eredità al fascismo sul piano propagandistico e d'immagine.
Quis contra nos? Storia della Reggenza del Carnaro da D'Annunzio alla Costituzione di Fiume Federico Lorenzo Ramaioli, Quis contra nos? Storia della Reggenza del Carnaro da D'Annunzio alla Costituzione di Fiume, 2018, Historica Edizioni

Lo Statuto della Reggenza italiana del Carnaro (1920), redatta da Alceste De Ambris e da Gabriele d'Annunzio, costituisce un peculiare documento giuridico che, durante la sua breve vita, ha svolto le funzioni di Costituzione della Fiume dannunziana. Fiume, in quel periodo, avrebbe dovuto essere trasformata, nelle logiche dei suoi occupanti, nella "città di vita", una città ideale in cui le stesse basi delle istituzioni e del diritto avrebbero dovuto essere ripensate. Il testo ha esercitato una profonda, anche se spesso taciuta, influenza su variegate esperienze giuridiche posteriori. Questo testo vuole proporne una rilettura, per analizzarne le origini, l'influenza successiva, ma anche per tracciarne un bilancio a quasi cento anni dalla sua redazione.
La carta del Carnaro. Dannunziana, massonica, autonomista Carlo Ricotti, La carta del Carnaro. Dannunziana, massonica, autonomista, 2015, Fefè

La Carta del Carnaro del 1920 fu più di un simbolo, di una prefigurazione di una società futura, come lo stesso D'Annunzio tendeva a presentarla. Il vero autore della Carta, il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, affermò invece che essa recepiva concezioni nuove quali "il riconoscimento del valore sociale del lavoro", una rappresentanza degli interessi espressa dalle corporazioni, un ampio ventaglio di diritti individuali e di libertà.
Alla festa della rivoluzione. Artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume Claudia Salaris, Alla festa della rivoluzione. Artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume, 2019, Il Mulino

L'impresa fiumana, per molti versi un episodio precursore del fascismo, coagulò una quantità di esperienze diverse, di ansie di ribellione, di velleità rivoluzionarie. Il volume rivisita l'avventura fiumana da questa particolare angolatura: attraverso le testimonianze anche letterarie di protagonisti noti o dimenticati racconta Fiume dalla parte degli "scalmanati" che vi accorsero a vivere una vita-festa fatta di bravate futuriste e di utopie, di trasgressione sessuale e di pirateria, di gioco e di guerra. In questa luce, Fiume è un capitolo significativo di quella cultura della rivolta che ha caratterizzato il Novecento.
Il faro del mondo nuovo. D'Annunzio e i legionari a Fiume tra guerra e rivoluzione Enrico Serventi Longhi, Il faro del mondo nuovo. D'Annunzio e i legionari a Fiume tra guerra e rivoluzione, 2019, Gaspari

A cent'anni dall'impresa di Gabriele D'Annunzio, l'occupazione di Fiume attrae ancora l'attenzione di appassionati e lettori. Questo è il racconto, basato su documenti inediti, di ufficiali e soldati che disertarono e iniziarono un'impresa che occupa un posto centrale nella storia del Novecento e fu capace di influenzare in modo decisivo la mentalità di larghi strati dell'inquieta società italiana del dopoguerra. Questa è la ricostruzione dei rapporti dei legionari con le correnti politiche e culturali europee (fascismo, nazionalismo, socialismo, liberalismo, massoneria) e della genesi della Carta del Carnaro, testo costituzionale straordinario, innovativo e non sempre del tutto compreso.
Fiume. L'epica impresa di Gabriele D'Annunzio e dei suoi uomini 1919-1920 Carlo Sicuro e Manlio Bonatti, Fiume. L'epica impresa di Gabriele D'Annunzio e dei suoi uomini 1919-1920, 2018, Allagalla

Finalmente a fumetti, a cento anni dagli avvenimenti, l'epopea poco conosciuta di Fiume. In queste pagine rivivono personaggi italiani dalle forti personalità: Gabriele d'Annunzio su tutti, poi Guido Keller, Giovanni Comisso, Antonio Locatelli, Ettore Muti, Costanzo Ranci, Tito Testoni, Vittorio Montiglio, Filippo Tommaso Marinetti, Alceste De Ambris e tanti altri che resero per un breve periodo Fiume una città di vita, libera, democratica e meritocratica. Fu utopia?
D'Annunzio. Il poeta armato Antonio Spinosa, D'Annunzio. Il poeta armato, 2013, Mondadori

Il poeta delle Laudi, il romanziere del Piacere e il drammaturgo della Figlia di Jorio; l'audace aviatore della Grande Guerra e il focoso amante di Eleonora Duse... sono questi i volti più conosciuti di Gabriele d'Annunzio, indiscusso protagonista delle cronache letterarie e mondane degli anni a cavallo tra Otto e Novecento, sempre pronto a legare letteratura e realtà, nutrendo la sua arte delle suggestioni di una vita avventurosa e improntando la sua esistenza a modelli "alti". Ma il Vate è stato anche il politico che, sul modello dei principi rinascimentali, ha governato per 492 giorni la città di Fiume. In questa biografia l'autore racconta tutti gli aspetti di questa avventura non sufficientemente nota.
D'Annunzio e il caso Fiume Dino Terra, D'Annunzio e il caso Fiume, 2019, Marsilio

Scritto nel 1919 contro Gabriele d'Annunzio agli inizi dell'impresa adriatica, D'Annunzio e il caso Fiume è un incalzante pamphlet dell'allora sedicenne Dino Terra. Nel rifiutare l'estetismo di d'Annunzio in poesia e in politica, nell'accusarlo di «misticismo» e della carenza di una «profonda intuizione etica» a ispirarne l'azione di Fiume di cui è preconizzato il fallimento, Terra esprime un amore-odio per d'Annunzio proprio di tutta una generazione che vuole distanziarsi dai "padri" e si affaccia alla letteratura e alla politica chiedendosi quale nuovo nesso possa essere stabilito fra le due.
Fiume. L'avventura che cambiò l'Italia Pier Luigi Vercesi, Fiume. L'avventura che cambiò l'Italia, 2017, Neri Pozza

L'autore narra la storia dell'avventura di Fiume, dal settembre del 1919 in cui ebbe inizio sino alle giornate di sangue del Natale 1920, quando il governo italiano, dopo aver firmato un accordo con la Jugoslavia, ordinò al generale Caviglia di bombardare dal mare il Palazzo del governo di Fiume. Una straordinaria avventura che il fascismo, di lì a poco, tenterà di fare sua, riproponendo i cerimoniali inventati da d'Annunzio per conquistare le folle. L'anima più autentica del fiumanesimo, tuttavia, non soltanto non aderì al fascismo, ma si schierò dall'altra parte.
La luna di Fiume. 1919: il complotto Lucio Villari, La luna di Fiume. 1919: il complotto, 2019, Guanda

Nel 1920 Gabriele D'Annunzio occupa Fiume, avviando un movimento eversivo, palese e occulto, che da Fiume avrebbe dovuto svolgersi in una «marcia su Roma» per rovesciare il regime liberale e parlamentare e la stessa dinastia. Fu una cospirazione di personaggi e di eventi che operò nei modi più diversi per destabilizzare, in un dopoguerra drammatico, l'Italia. L'autore ha posto questo momento storico, e la personalità e il ruolo svolto da D'Annunzio, al centro del suo racconto, grazie anche a nuovi documenti inediti. Chi è stato veramente D'Annunzio? Molti storici sono inclini a vedere nell'«avventura di Fiume» la sostanziale inoffensività e impoliticità di D'Annunzio, ma i documenti, i ricordi dei contemporanei, i giudizi di acuti osservatori degli avvenimenti testimoniano altro. Fu infatti il fascismo a gestire e realizzare lo spirito, i sentimenti, la «parola» e le vocazioni distruttive di D'Annunzio e del dannunzianesimo.
1920-1921. Diario fiumano. Dalle carte di Luigi De Michelis a cura di G. Latour e F. Sallusto, 1920-1921. Diario fiumano. Dalle carte di Luigi De Michelis, 2019, Ricciardi e Associati

Il diario del diciassettenne Luigi De Michelis, studente liceale a Torino, che lascia i genitori, la scuola, le amicizie, la sua città per rincorrere un sogno: raggiungere d'Annunzio a Fiume. La preziosa testimonianza è racchiusa nel suo diario giornaliero, corredato di disegni, acquerelli e schizzi, e nella corrispondenza con i genitori. Bersagliere arruolato nella Compagnia Mitraglieri, inizia a tenere il suo diario il 10 luglio 1920 e lo conclude nel gennaio 1921, dopo la resa della città di Fiume sotto la reggenza di d'Annunzio e dei suoi legionari nella notte di sangue del giorno di Natale.
D'Annunzio e l'impresa di Fiume. Atti del convegno di studi (Gardone Riviera, settembre 1996) D'Annunzio e l'impresa di Fiume. Atti del convegno di studi (Gardone Riviera, settembre 1996), 2019, Silvana

Il volume raccoglie gli interventi effettuati durante le tre giornate del convegno «D'Annunzio e l'impresa di Fiume», tenutosi al Vittoriale degli Italiani nel settembre 1996, che ha visto la partecipazione di un nutrito stuolo di storici, filosofi e intellettuali di caratura internazionale. L'impresa di Fiume, analizzata non solo sul piano militare ma come tentativo di creazione di uno stato in un più ampio contesto europeo, è spunto per approfondimenti riguardanti la politica economico-sociale, la vita quotidiana, il cinema, la letteratura e le ripercussioni sul piano culturale.



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