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editoria del sol levante (prima puntata)

dal giappone con successo

È in aumento il numero di lettori affascinati dagli scrittori giapponesi d’oggi. Da Haruki Murakami a Banana Yoshimoto, e non solo, colpiscono le loro scritture originali che narrano situazioni al limite della realtà o che raccontano con l’immediatezza di un manga il senso di vuoto di una società frammentata, sempre attingendo alla ricchezza della grande tradizione letteraria classica.

di Oddina Pittatore

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BESTSELLER GIAPPONESI

L’ultimo romanzo di Haruki Murakami, appena uscito in Italia dopo aver venduto 4 milioni di copie in patria (39 ristampe) e avere scalato le prime posizioni nella classifica dei bestseller in Francia, Spagna e Stati Uniti, riaccende l’interesse su questo autore particolare (in odore di candidatura al Nobel) e sulla letteratura giapponese attuale.

Di Haruki Murakami si può dire molto: con 14 titoli in italiano è 61° nella classifica dei 100 autori più venduti nel 2010 considerando l’insieme delle loro opere (fonte dei dati: Arianna+). Grazie alla magnetica capacità di attrazione internazionale è stato tradotto in 40 lingue e l’uscita di ogni nuovo libro viene anticipata da un clima di effervescente aspettativa. Intorno all’ultimo, che raccoglie i primi due volumi su tre dell’opera, la curiosità è divampata grazie all’enigmatico titolo: 1Q84 (trad. Giorgio Amitrano, 2011, Einaudi), un chiaro richiamo al libro di George Orwell, con l’aggiunta della misteriosa “Q”, in un gioco di parole che sfrutta l’uguale pronuncia giapponese del numero “nove” e della lettera “Q”.

Delfini 1Q84 Come in tutti i libri dell’autore, uno scrittore e traduttore giapponese che ha un forte rapporto con il mondo della musica e con la letteratura occidentale, è una storia molto complessa, ma apparentemente lineare, che con un abile gioco di collegamenti apre molte porte su altre realtà trascinando con sé il lettore. Ogni capitolo alterna e riprende le vicende dei due protagonisti, una giovane insegnante di arti marziali dal viso angelico, spietata giustiziera su commissione di uomini che hanno perpetrato violenza alle donne, e un insegnante di matematica, aspirante scrittore, che viene coinvolto in un ambiguo e pericoloso caso letterario. Fili sottili che si scoprono man mano li uniscono nel passato e nel presente, ma essi non condividono, forse, neanche la realtà in cui vivono.

Come in Kafka sulla spiaggia (trad. Giorgio Amitrano, 2009, Einaudi), Dance, Dance, Dance (trad. Giorgio Amitrano, 2005, Einaudi), La fine del mondo e il paese delle meraviglie (trad. Giorgio Amitrano, 2008, Einaudi) e altri romanzi di Murakami la realtà si confonde con il surreale, scombinando la logica e le aspettative del lettore e allargando il racconto a dimensioni parallele, con i personaggi che scoprono se stessi dopo aver percorso mondi incrociati, con complessi riferimenti e rimandi fantastici. Una scrittura e una capacità di suggestione che ha reso Murakami uno dei punti di riferimento della cultura giapponese.

Altra autrice contemporanea molto nota ai lettori italiani è Banana Yoshimoto (Banana è uno pseudonimo d’arte, il suo vero nome è Mahoko), 86a nella classifica dei 100 autori più venduti nel 2010 (fonte dei dati: Arianna+). È diventata famosa nel suo paese molto giovane con il libro Kitchen (trad. Giorgio Amitrano, 2011, Feltrinelli; tradotto in più di venti paesi), che parla dello smarrimento e della solitudine che la morte di una persona cara lascia dietro di se e dell’importanza dell’amicizia e della condivisione dei sentimenti. La scrittrice è particolarmente legata all’Italia, primo paese straniero a tradurre e decretare il successo dei suoi libri.

La cartella del professore La casa della luce In tutti i suoi racconti o brevi romanzi psicologici, 21 pubblicati in italiano, la Yoshimoto trae ispirazione dal mondo dei fumetti giapponesi per descrivere la solitudine della crescita, il disagio giovanile, l’accettazione della morte, il valore dei sentimenti, la magia della natura. Anche il suo ultimo romanzo tradotto, Delfini (trad. A. G. Gerevini, 2010, Feltrinelli), è un racconto molto intimo che parla di una gravidanza inattesa, della solitudine e delle difficili scelte di vita, basandosi sui minuscoli dettagli per creare una sensazione di leggerezza e di magia.

Yoshimoto ha in comune con altri scrittori giapponesi contemporanei la scelta di un disinvolto linguaggio colloquiale nei dialoghi, il forte legame con le tecniche del fumetto e la sensibilità di uno sguardo infantile.

Tra le voci femminili tradotte dal Giappone, un’altra scrittrice caratterizzata da una scrittura di grande leggerezza è Hiromi Kawakami autrice di punta del panorama letterario. Ne La cartella del professore (trad. A. Pastore, 2011, Einaudi) racconta la relazione delicata e quasi adolescenziale fra un’ex allieva quarantenne e il suo ex professore settantenne, una relazione poetica che segue il ritmo delle stagioni e che fatica a trasformarsi in un rapporto più ordinario e reale.

All’opposto si trova Yoko Ogawa, la scrittrice della trasgressione e della morbosità, che è affascinata dal momento di rottura degli equilibri e dalle anomalie fisiche e mentali dei suoi protagonisti che si muovono in una società priva di utopie. La formula del professore (trad. M. De Petra, 2010, Il Saggiatore), un romanzo matematico che parla di solitudini, caso editoriale in Giappone, La casa della luce (trad. M. De Petra, 2011, Il Saggiatore) o l’enigmatico racconto noir L’anulare (trad. C. Ceci, 2007, Adelphi) hanno in comune le atmosfere venate di morbosità in storie semplici che rivelano pieghe oscure.

La vergine eterna Le quattro casalinghe di Tokio Pure Natsuo Kirino pennella un affresco inquietante del Giappone con i suoi noir immersi nelle inquietudini femminili, con donne sole che cercano una valvola di sfogo per riscattarsi da un destino già scritto. Nel suo romanzo più famoso Le quattro casalinghe di Tokyo (trad. L. Origlia, 2009, Neri Pozza), quattro colleghe, complici dell’omicidio del marito violento di una di loro, affronteranno, ognuna a suo modo le conseguenze del loro atto.

Tra gli scrittori della generazione precedente, Kenzaburo Oe, premio Nobel nel 1994, uno degli artefici della occidentalizzazione del romanzo giapponese, è un autore innovativo che continua a sperimentare nuove forme narrative. A 72 anni Kenzaburo Oe ha scritto La vergine eterna (trad. G. Coci, 2011, Garzanti), un incrocio tra romanzo e autobiografia che parla di cinema e di eros: il protagonista, come l’autore, è nato sull’isola di Shikoku, ha vinto il Premio Nobel e vive a Tokyo insieme al figlio handicappato. Esplorando il rapporto tra vita e arte, si dipana la storia di un'attrice e di un produttore che scelgono il protagonista come sceneggiatore di un film ispirato dal Michael Kohlhaas di von Kleist. Un grande successo professionale che si trasforma in una dolorosa esplorazione del passato e dei suoi torbidi segreti.


LETTERATURA, MANGA E ANIME

Non si può parlare di letteratura giapponese senza citare i manga (termine che indica semplicemente i fumetti e viene usato per indicare quelli prodotti in Giappone), un genere espressivo autonomo, indipendente e culturalmente importante, così considerato nella cultura giapponese da coprire circa il 40% del mercato editoriale ed essere materia di insegnamento scolastico. Vi sono fumetti di tutti gli stili, dedicati a diverse categorie di pubblico: per ragazzi, per ragazze, per adulti, erotici, di fantascienza, letterari ecc. Il valore culturale attribuito ai manga e agli “anime” (ovvero tutti i lavori di animazione prodotti per la televisione o per il cinema) è testimoniato dal fatto che molti scrittori li citano come riferimenti culturali.

Per diffondere la conoscenza dei grandi capolavori della letteratura, la televisione giapponese ha prodotto un ciclo di cartoni che raccontano i maggiori autori della letteratura giapponese, da Yasunari Kawabata a Osamu Dazai, attraverso la versione animata dei loro romanzi.

Questo mese a Milano, al Centro di cultura giapponese, è possibile scoprire alcune di queste opere, trasformate in racconto animato, un punto di vista per noi veramente insolito, in un ciclo di incontri tenuti da Stefano Gaburri.


Centro di Cultura Giapponese

via Lovanio, 8 - Milano

tel. 3381642282

2 dicembre 2011, ore 19.00

Kokoro di Natsume Soseki (50′)

La voce delle onde di Yukio Mishima (44′)

16 dicembre, ore 19.00

La storia dei fantasmi di Yotsuya, da Tsuruya Nanboku IV (88′)

Proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano.
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