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libraio-editore a ischia

Intervista a Enzo Migliaccio

Appassionato lettore da sempre, il proprietario di Imagaenaria, insieme alla moglie Barbara Salamacha, crea e vende libri nel centro storico dell’isola. Libraio alla vecchia maniera e raffinato editore di nicchia racconta le sinergie tra le diverse attività, il successo dei titoli locali, le difficoltà con la distribuzione nazionale e il rapporto con i clienti lettori.

di Oddina Pittatore

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Curiosando come sempre per librerie, mi è capitato di esplorare Imagaenaria, situata in un angolo visibile quanto suggestivo del centro storico di Ischia Ponte.

Attratta dall’intelligente selezione di titoli esposti e dalla passione e dalla disponibilità dei titolari, marito e moglie, ho scoperto che all’attività di librai si coniuga quella di piccoli editori e la capacità di sperimentare, dalla produzione di cartoline alla specializzazione in stampe antiche. E così è nata questa intervista.

Antonietta Manzi, Barbara Salamacha ed Enzo Migliaccio Imagaenaria, libreria e casa editrice. Qual è il rapporto tra le due attività?

Imagaenaria è operativa dal 1997 come casa editrice e dal 2004 come libreria.

La mia attività di libraio inizia tuttavia molto prima e per alcuni aspetti posso considerarmi un predestinato a questo mestiere. Grande passione per la lettura e scarsa attitudine allo studio, venditore di enciclopedie “a campanello” subito dopo aver abbandonato l’università, gestore di un’edicola (con una significativa scelta di libri), infine la prima libreria nel 1987.

Un’esperienza protrattasi per sedici anni, un lungo periodo, non privo di soddisfazioni, caratterizzato dall’avvicendarsi al mio fianco di diversi soci e segnato soprattutto dalla conta dei danni causati dalle frequenti mareggiate che colpivano il piccolo locale nel quale operavamo.

Nel 2004, quando la conflittualità con i miei soci aveva raggiunto livelli tali da rendere l’attività ingovernabile, ho deciso di mollare tutti e di aprire, con mia moglie Barbara, un nuovo punto vendita, in un vicoletto alle spalle della vecchia libreria.

Da qui il percorso è stato tutto in discesa, culminando con il trasferimento dell’attività nei locali al pianoterra del Palazzo dell’Orologio, uno storico edificio al centro del vecchio borgo di Ischia, senza dubbio la sede di maggior prestigio alla quale potevamo ambire e, soprattutto, un luogo di grande visibilità al pubblico.

Vi presentate come “una libreria alla vecchia maniera”, che accanto alle novità, alla manualistica e ai libri per l'infanzia, presenta una selezione “ideale” di volumi scelti da voi.
Qual è la risposta dei clienti-lettori?


“La vecchia maniera” è quella degli anni in cui si poteva entrare in una piccola libreria di provincia (anche a Catanzaro, la mia città di origine), chiedere una raccolta di poesie di Ritsos ed essere sicuri di trovarla. Oggi, in una libreria di catena, come nella maggior parte delle librerie indipendenti, trovano posto cataste di libri inutili, ma non una copia delle poesie di Ritsos. In questo scenario, dove quasi tutte le librerie sono uguali, abbiamo puntato esclusivamente sulla qualità dell’assortimento e ciò ci ha consentito di creare e fidelizzare buoni lettori.

Nella vostra libreria è ben visibile il frutto dell’altra vostra attività, quella di editori, che è iniziata, se non sbaglio, pubblicando cartoline “di qualità.”

Sì, quella delle cartoline – frutto di una joint venture con Enzo Rando, un bravissimo fotografo ischitano che oggi ha al suo attivo svariate pubblicazioni nel campo della fotografia di food – è stata un’esperienza molto divertente che resiste nel tempo.

In quasi 25 anni abbiamo prodotto un migliaio di soggetti diversi, sbizzarrendoci nell’uso delle carte più disparate e pregiate. Oggi, quest’attività non è più remunerativa come un tempo, ma rinsaldare una vecchia amicizia ci sembra un buon pretesto per continuarla.

Libreria Imagaenaria Com’è avvenuto il passaggio a editori di libri locali?

Il passaggio non è stato consequenziale, ma essere già presenti sul mercato con la produzione di cartoline ha favorito la penetrazione dei libri nei punti vendita più improbabili, dai negozi di souvenir a quelli enogastronomici, dalle tabaccherie agli alberghi.

La casa editrice è nata nel 1997 quasi per gioco, con lo sguardo rivolto esclusivamente a Ischia. Pensavamo a souvenir un po’ speciali per i viaggiatori più smaliziati e curiosi.

Da allora abbiamo prodotto circa centocinquanta libri, non esclusivamente di argomento locale, e l’attività della casa editrice si è dimostrata fondamentale anche per la cassa della libreria.

Le vostre collane hanno un marchio editoriale ben definito nella scelta dei temi e nella veste grafica. È un’attività che gestite in proprio?

A parte ovviamente la stampa e la legatura e, quando necessarie, le traduzioni, ci occupiamo noi di tutto. Io mi dedico alla scelta dei libri da pubblicare, all’impaginazione e alla grafica, mentre Barbara trascrive i testi e partecipa alla correzione delle bozze. Ciò ci consente di abbattere i costi e di contenere il prezzo del libro.

L’esperienza maturata come librai è stata utile all’impresa di editore?

Direi essenziale. Innanzitutto ci ha consentito di individuare le nicchie di mercato nelle quali era possibile muoversi senza farsi male e non mi riferisco solo alle pubblicazioni locali.

Nel panorama editoriale campano, per esempio, erano assenti collane che si occupassero in maniera sistematica dei classici napoletani e così abbiamo dato vita a “Terraferma” e “Meridione”, dove hanno trovato posto autori come Mastriani, Serao, Di Giacomo, Imbriani, e accanto a essi quegli scrittori che napoletani non sono ma che alla realtà partenopea hanno dedicato pagine tra le più belle e interessanti della letteratura. Finora solo 15 titoli, ma altri ne verranno.

Successivamente, abbiamo individuato un altro piacevole spazio di manovra nel recupero di alcuni grandi scrittori dimenticati dai maggiori editori e, attingendo soprattutto all’area russa, abbiamo accolto in due nuove collane una dozzina di opere di autori del calibro di Pil’njak, Garsin, Andreev, solo per citarne alcuni.

Libreria Imagaenaria Funziona bene la sinergia “editore-libraio”? Che peso ha la vendita dei vostri titoli rispetto al venduto totale della libreria?

La libreria assorbe circa il 35% delle tirature delle nostre pubblicazioni locali e quasi il 70% delle restanti; la casa editrice, con un centinaio di titoli in essere, rappresenta oltre il 15% del venduto totale della libreria. Ciò dà la misura di come una sia indispensabile all’altra.

La vostra è un’editoria di nicchia, legata a una realtà locale e a certo tipo di gusto. A parte le pubblicazioni vendute nella vostra libreria, quali sono i vostri canali distributivi?

Le pubblicazioni che si riferiscono alla realtà locale sono distribuite in una quarantina di punti vendita nell’isola d’Ischia, e in pochi altri nell’Italia meridionale. L’altra parte del catalogo si avvale di un distributore per la Campania e di un altro per Puglia, Basilicata e Calabria.

Nel passato abbiamo tentato di inserirci nella distribuzione nazionale, ma nessuno ci ha voluto. Abbiamo pubblicato alcuni titoli interessanti e altri sono in cantiere, opere di valore assoluto presenti fino a qualche anno fa nei cataloghi dei maggiori editori italiani, purtroppo abbiamo dovuto prendere atto che non ci sono interlocutori possibili per noi.

Quali titoli hanno ottenuto maggior successo?

Naturalmente i titoli legati a Ischia sono quelli che hanno avuto maggior fortuna; di alcuni di essi abbiamo venduto tra le cinque e le ventimila copie.

Belle soddisfazioni le abbiamo ottenute anche dai libri di Matilde Serao (ne abbiamo tre in catalogo e Leggende napoletane è alla sesta ristampa) e da Graziella di Alphonse de Lamartine, giunto al quarto migliaio.

Quest’anno siamo in libreria con una nuova collana che sta spopolando, “Opere da tre soldi per quattro gatti”, una miscellanea di titoli locali e di piccoli capolavori della letteratura (opere di Nerval, Capek, Tagore, Kuprin, Hawthorne e Caragiale). La collana si chiama “tre soldi” perché il prezzo di copertina è 3 euro.

Chi compra i vostri titoli? Turisti o abitanti di Ischia?

Gli acquirenti, a parte qualche collezionista locale, sono prevalentemente turisti.

Pubblicate libri in altre lingue per turisti stranieri?

Nei primi anni 2000 abbiamo editato guide turistiche e libri fotografici in più lingue e addirittura una collana di libri in tedesco, che però si è fermata al settimo titolo per la progressiva diminuzione dei turisti tedeschi, un tempo asse portante del turismo isolano.

Qual è la situazione della piccola editoria al sud?

Credo disastrosa. C’è da dire che la produzione è modesta e anche noi, pur apertissimi ai piccoli editori, fatichiamo molto per trovare titoli interessanti da mettere in libreria.

Libreria Imagaenaria All’attività libraria e a quella di editore unite anche l’offerta di stampe antiche. Com’è nata quest’altra attività e come funziona oggi?

Da sempre Barbara e io siamo appassionati di stampe antiche e di grafica in genere, pertanto è stato automatico arricchire la libreria di opere che rientrano in questa tipologia.

Le vendite sono particolarmente significative, ma nulla in confronto al lavoro che c’è dietro, dalle schede tecniche alla realizzazione dei passepartout, alla ricerca di vecchie cornici che acquistiamo prevalentemente in Germania, fino al rapporto con i clienti, che nella maggior parte dei casi non sanno distinguere una litografia da un’acquaforte.

Per la sinergia di attività, per l’attenzione nell’offerta di libri, per gli aggiornamenti costanti sui social media, la vostra libreria sembra molto attiva e comunica passione.
Che ruolo ha nella comunità locale? Siete un punto di aggregazione nella vita dell’isola?


La libreria è molto frequentata, anche nel periodo invernale, tuttavia non mi sento di definirla “un punto di aggregazione”. Ischia è un posto molto particolare e i veri punti di unione sono le chiese – sul territorio se ne contano una cinquantina – e le comunità neocatecumenali.

Ecco, mi piace pensare la libreria come una piccola fortezza contro questo nuovo fondamentalismo che sull’isola tende a occupare tutti gli spazi.

Per superare questo periodo di difficoltà, alcune librerie ampliano le loro attività inserendo incontri culturali, o sociali o gastronomici, altre puntano su un’estrema specializzazione.
Voi, apparentemente, unite al ruolo di libreria tradizionale, che orienta il lettore offrendo una selezione ragionata, a quello di editore e di mercante di stampe d’arte.
È una buona scelta? Continuerete per questa strada prossimamente?


Non sopporto i cosiddetti “incontri culturali”, non vado neppure alle presentazioni dei libri che edito e quando penso agli incontri gastronomici in libreria mi vengono i brividi… pessima ristorazione in pseudo librerie. Credo proprio, se anche Barbara è d’accordo, che Imagaenaria continuerà sulla strada che abbiamo intrapreso.


Imagaenaria. Edizioni, libreria, stampe antiche
via Luigi Mazzella, 46-50, 80077 Isola d'Ischia
tel. 081 985632 -
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