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tendenze: melting pot

Nuovi italiani, doppio sguardo

Libri scritti in italiano da autori nati altrove: una nicchia in crescita che arricchisce la produzione letteraria ampliando i riferimenti culturali con esperienze eterogenee, linguaggi innovativi e punti di vista che fanno riflettere.

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Non più paese di emigranti ma polo di richiamo, da una ventina d'anni l'Italia attira decine di migliaia di persone, che portano dai loro paesi nativi una varietà di lingue, storie e culture.

La straniera
All'inizio degli anni '90 è apparso il primo gruppo di opere di scrittori d'origine straniera redatte direttamente in italiano. Sono autori eterogenei (provengono dall'Asia come dall'Africa, ma anche dall'Europa orientale e dall'America; romeni, marocchini, albanesi, iraniani e moldavi, come tedeschi, argentini e americani) che hanno portato una ventata di freschezza aprendo nuovi orizzonti con libri intessuti di ricordi ed esperienze, resi vivaci e immediati da espressioni linguistiche, metafore e idee di riferimento delle loro terre d'origine.

Diversi tra di loro per origine, professione e interessi, alcuni scrittori sono diventati piuttosto noti tra il pubblico di lettori, come Younis Tawfik, iracheno, docente universitario di lingua e letteratura araba, che con La Straniera (Bompiani, 1999) ha ottenuto il Premio Grinzane Cavour; la newyorkese Alice Oxman, che ha vinto il Premio Hemingway con L’amore, le armi (Mondadori, 1987), o Va e non torna, (Besa, 2000) dell'autore e traduttore albanese Ron Kubati.


ORIGINALI DECLINAZIONI DELL'ITALIANO

Il rinnovamento portato da autori che scrivono nella loro seconda lingua madre è un fenomeno diffuso da molti anni nei paesi anglofoni e francofoni (già dai tempi di Conrad, che, non a caso, era polacco e imparò l'inglese a venti anni), con la differenza che questi scrittori spesso hanno appreso l'inglese o il francese nelle scuole dei loro paesi d'origine.

Caduta libera
Per i lettori italiani, invece, è un'esperienza inconsueta e abbastanza recente ascoltare voci che giungono da mondi completamente diversi riportare le loro esperienze direttamente in italiano senza il filtro della traduzione.

Ne risulta una lingua rinnovata che può esprimersi in tanti modi: da un "broken italian" sostenuto dalla forza del racconto a un italiano ricercatissimo riportato alla purezza originaria; da linguaggi che riecheggiano la sonorità del racconto orale all'espressività di sperimentazioni meticcie determinate dall'urgenza di esprimere contenuti molto sentiti in una lingua appresa da adulti.

Negli scritti di Hamid Ziarati (Salam, maman, 2010, Einaudi) come in quelli di altri iraniani, appaiono metafore ed espressioni poetiche attinte dalla antichissima tradizione letteraria del loro popolo; Ornela Vorpsi, albanese d'origine, nei suoi romanzi in italiano (il primo è stato Il paese dove non si muore mai, 2005, Einaudi) descrive persone, paesi e senso di spaesamento con uno sguardo e una scrittura da apolide, caustica e inaspettata; una simile originalità di scrittura nel raccontare una saga familiare si ritrova in un'altra albanese Anilda Ibrahimi (Rosso come una sposa, 2008, Einaudi, è il suo primo libro).

Uno degli scrittori più noti è Nicolai Lilin - 118º nella classifica generale dei libri venduti nel 2009 (fonte: Arianna+) - che ha descritto in modo personale e coinvolgente realtà per noi inimmaginabili: la filosofia di vita della comunità criminale "onesta" siberiana in Trasnistria, dove è cresciuto (Educazione siberiana, 2009, Einaudi), e il servizio militare in Cecenia, come cecchino nell'esercito russo (Caduta libera, 2010, Einaudi).

Pecore nere
Talvolta, quando lo scrittore non padroneggia ancora la lingua diventa coautore insieme a un giornalista italiano che lo aiuta nel passaggio dalla cronaca da immigrato alla narrativa da autore. Questa tendenza, che era stata inaugurata da Salah Methnani e Mario Fortunato (Immigrato, 2006, Garzanti), ha raggiunto il grande pubblico con Nel mare ci sono i coccodrilli, l'odissea di un ragazzino afghano, Enaiatollah Akbari, raccontata da Fabio Geda (2010, B.C. Dalai editore), al 34º posto nelle vendite del primo semestre 2010 (fonte: Arianna+).


SECONDA GENERAZIONE: ITALIANISSIMI, MA NON SOLO

Con la trasformazione dei primi migranti in cittadini stabili, oggi sono diffusi i libri della seconda generazione (quella nata in Italia da genitori provenienti da altri paesi), italianissima per formazione (anche se spesso deve lottare per essere accettata come tale), ma dotata di un "doppio sguardo" che permette di osservare e raccontare con un punto di vista e un linguaggio più dialettici, che guardano dall'interno, ma anche dall'esterno.

Ne è un esempio Igiaba Scego, nata a Roma da genitori somali, che nell'intreccio multiplo di Oltre Babilonia (2008, Donzelli) collega continenti e scenari diversi, Italia, Somalia, Argentina e Tunisia, mescolando le sue identità linguistiche, il somalo, lingua madre "spumosa, scostante, ardita", che conosce solo tramite la madre, e l'italiano, l'idioma con cui è cresciuta e che le permette di esprimere il suo animo.

Molte giovani scrittrici di seconda generazione, come Randa Ghazy (Oggi forse non ammazzo nessuno, 2007, Fabbri), Sumaya Abdel Qader (Porto il velo e adoro i Queen, 2008, Sonzogno), Gabriela Kuruvilla, Ingy Mubiayi, Igiaba Scego e Laila Wadia (Pecore nere, 2006, Laterza) affrontano con lucidità e ironia le difficoltà dell'integrazione e la complessità del tenere in equilibrio le loro duplici radici.


UNA TENDENZA IN CRESCITA

Opere in italiano di scrittori immigrati
Progetto Basili
Osservando il numero di schede bibliografiche pubblicate su Basili, l’unica banca dati on line degli scrittori immigrati in Italia che redigono e pubblicano le loro opere in lingua italiana, si nota una crescita abbastanza costante di questi libri, che venti anni fa costituivano un'eccezione, ma da alcuni anni rappresentano una presenza costante in molte collane di narrativa italiana.

Continenti d'origine degli scrittori
Progetto Basili
La banca dati di Basili nel Bollettino di Sintesi del 18 gennaio 2010 ha censito informazioni su 438 autori immigrati che scrivono in italiano (molti di loro hanno pubblicato più opere):
  • 248 sono donne contro 190 uomini;
  • il 35,8% sono europei (con una netta prevalenza di albanesi, croati e rumeni), il 28,8% africani (marocchini, nigeriani, senegalesi e somali sono i più rappresentati), il 14,2 asiatici (tra questi predominano gli iraniani, seguiti dai cinesi e dagli iracheni), il 14% americani (Brasile, Argentina e Perù sono i più rappresentati), meno dell'1% provengono dall'Oceania;
  • nella grande varietà della produzione letteraria recensita dalla banca dati prevalgono poesia, racconti, romanzi, saggi e autobiografie romanzate.

Entrambi i grafici raffigurano dati del progetto Basili, elaborati dall'Università di Roma "La Sapienza", Dipartimento di Italianistica e Spettacolo.
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