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donne & libri

Intervista a Cristiania Panseri

Nata due anni fa dall'esperienza di successo di un'associazione “al femminile”, la Libreria delle ragazze è diventata un punto di riferimento culturale a Grosseto. Come è riuscita a conquistare questo ruolo? Ne abbiamo parlato con una delle socie, Cristiania Panseri, avvocatessa di mestiere e libraia per passione.

di Rosalba Rattalino


Se è vero (ed è vero) che le grandi città in Italia sono un osservatorio interessante ma molto parziale perché il nostro Paese è fatto soprattutto di realtà di provincia; se siete disponibili a esplorare situazioni ibride fra commerciale e non, situazioni che nella dimensione di provincia trovano forse terreno più fertile per scaturire e conquistarsi uno spazio, benvenuti a Grosseto nella Libreria delle ragazze.

Cristiania Panseri
È stata aperta circa due anni fa, quindi in un periodo certamente non facile per le librerie indipendenti. Nome in odore di femminismo e infatti la libreria è gestita da un gruppo di donne.

Al che uno si chiede “ma… non siamo un po’ fuori tempo? Che ci fa a Grosseto una neonata libreria dedicata almeno in apparenza all’universo femminile? È riuscita a crearsi un pubblico?”.

Abbiamo girato la domanda a una delle socie più attive della libreria: Cristiania Panseri, origini bergamasche, approdata anni fa nel grossetano, oggi per buona parte del suo tempo libraia (‘delle ragazze’).

L’intervista è stata punteggiata da cambi repentini di tono, dal serio all’ironico, dall’impegnato al divertito. Perché metterlo in premessa? Perché il clima emotivo che Cristiania ha trasmesso non è facile riprodurlo nel testo scritto dell’intervista, eppure rappresenta un aspetto ineludibile dell’esperimento che lei insieme ad altre donne – tutte libraie non professioniste – stanno costruendo di giorno in giorno.

Un esperimento reso possibile dal fatto che la libreria non ha obiettivi di guadagno: ma quale condizione migliore per testare e magari trovare nuove idee?


Partiamo dall’inizio: come e perché è nata la Libreria delle ragazze?

È nata da un gruppo di donne, la maggior parte provenienti dal Nord Italia, che hanno deciso di creare a Grosseto un luogo dove incontrarsi, scambiare opinioni, mettere in comune il proprio amore per i libri e per la lettura, condividere libri che sono stati importanti nella loro vita, mettere in circolo i saperi delle donne. Un luogo in cui crescere insieme.

Questo ha portato a fondare circa tre anni fa l’associazione Raccontincontri, che è affiliata all’Arci. All’inizio erano cinque socie fondatrici - adesso siamo più di centocinquanta. In un primo momento l’associazione gestiva solo una biblioteca interna: la libreria ha preso vita come ampliamento naturale di quest’attività, reso possibile dal fatto che i circoli culturali hanno libertà di gestire attività commerciali.

Così nel 2011 è stata aperta la Libreria delle ragazze - io sono socia libraia - che nel giro di un paio d’anni è diventata un punto di riferimento importante a Grosseto, e non solo per le donne. Ci siamo fatte conoscere attraverso le attività culturali che organizziamo, le presentazioni di libri, e poi abbiamo sostenuto battaglie in difesa dei diritti civili insieme ad altre associazioni, abbiamo ospitato il comitato che raccoglieva le firme per il referendum sull’acqua pubblica. Siamo sempre state aperte ad offrire un luogo fisico per le questioni che riguardano la vita della città. Mi piace pensare che la nostra libreria sia un po’ una piazza.

L’aspetto curioso è che la maggioranza delle socie è costituita da donne non originarie di Grosseto, oppure donne che sono tornate a Grosseto dopo aver vissuto a lungo fuori, o hanno figli che vivono in giro per il mondo. Siamo un po’ delle “straniere” a Grosseto, nel senso che abbiamo fra di noi un modo simile di vivere questa città ma è un modo diverso da quello dei grossetani doc. Tieni conto che Grosseto è una città molto chiusa verso l’altro, e lo dico io che vengo da Bergamo! Per cui probabilmente noi ci ritroviamo nel nostro sentirci un po’ diverse.

Aggiungi che non abbiamo mire politiche, non ci interessa avere visibilità sul piano politico anzi ci siamo rifiutate di aderire a proposte che andavano in questa direzione. E anche questo ci rende una realtà un po’ “strana”.

Però nello stesso tempo non vogliamo assolutamente essere un’isola, al contrario: come dicevo prima, teniamo molto a stare in contatto con la vita della città e a partecipare attivamente. E la risposta c’è, perché come dicevo prima la libreria si è conquistata un ruolo, è diventata per una parte di grossetani un punto di riferimento. Figurati che sul Tirreno hanno scritto che siamo la realtà culturale più brillante di Grosseto! Il che te la dice lunga su quale sia la vita culturale di questa città…

Iniziamo dalla vostra “diversità” locale in quanto libreria, poi parleremo delle iniziative culturali. Com’è la situazione delle librerie a Grosseto? E la vostra come si posiziona? Il nome fa ovviamente pensare a una libreria di orientamento femminista.

Molte librerie a Grosseto sono poco più che cartolibrerie. C’era una libreria storica, bellissima, con sede in un palazzo antico e un meraviglioso arredamento d’epoca: purtroppo due anni fa ha chiuso. E l’anno scorso ha chiuso un’altra libreria, più piccola. Entrambe erano collocate in centro ma non sul corso principale, quello della vasca tanto per intenderci: la posizione in una cittadina piccola conta tantissimo, se sei sul corso principale la gente passando magari entra. Se solo sei nella via di fianco, fai più fatica. All’interno delle mura sono rimaste una libreria Mondadori e una libreria indipendente.

Noi siamo fuori dalle mura, il che non ci favorisce. Quello che ci aiuta è il fatto di avere un profilo un po’ anomalo, diverso. La nostra si pone come libreria che propone libri scritti da donne: per cui teniamo in esposizione principalmente titoli di autrici femminili, salvo alcuni libri scritti da uomini che noi consideriamo un po’ “illuminati” per i temi che trattano e per il modo in cui li affrontano (spiritualità, diritti delle persone, solidarietà…).

Poi su richiesta procuriamo libri di qualsiasi genere. E se un titolo è particolarmente richiesto, com’è successo ad esempio in questo periodo per l’ultimo libro di Federico Rampini, anticipiamo e ne teniamo a disposizione un po’ di copie. Ma in linea di massima, quando entri da noi trovi libri che difficilmente trovi nelle altre librerie di Grosseto. Facciamo scelte un po’ di nicchia. È una situazione di complementarietà. Dopo di che se cerchi il best seller te lo ordiniamo, così come le altre librerie possono ordinarti titoli un po’ particolari.

Abbiamo anche un reparto dedicato ai libri per bambini e ragazzi, diviso per fasce di età: è un’area a cui teniamo molto.

Libreria delle ragazze
E uno scaffale dedicato ai gialli. Voglio dire… non ci sono solo mattoni!

Per rispondere alla tua domanda sulla specificità femminista. Io non credo che a Grosseto la Libreria delle ragazze sia percepita come femminista. Abbiamo molte clienti donne, però ci sono anche diversi uomini che vengono a comprare i libri da noi. Magari agli inizi, la prima volta che entrano, sono un po’ spaesati: “ci sono anche libri per uomini?” (ride). Poi si trovano bene, tornano: sarà per il tipo di offerta, e forse anche per la cura che abbiamo nel fare gli ordini su richiesta (ad esempio mandiamo un’email per avvisare appena il libro arriva).

Poi ci sono persone che vengono e prendono i libri a prestito come in una qualsiasi biblioteca: è un servizio che sarebbe riservato esclusivamente ai soci ma non siamo fiscali. Alcuni leggono tantissimo e comprare ogni volta diventerebbe troppo costoso, tanto più con la crisi economica. A Grosseto c’è una Biblioteca Comunale e gli addetti sono bravissimi, però la collocazione e l’aspetto esterno sono squallidi, non invogliano a frequentare. Ci sono polemiche cittadine sulla questione della biblioteca, dovrebbe ritornare come sede in centro però intanto la situazione è quella che è.

Nella Libreria delle ragazze c’è un salottino di lettura dove uno può iniziare a leggere un libro per vedere se gli piace o no e quindi decidere se comprarlo. È piccolo ma accogliente. Niente di strano se pensiamo alle librerie estere, ma in Italia non è una cosa diffusa.

Avevi esordito mettendo l’accento sulla matrice associazionista. L’associazionismo ha un ruolo importante a Grosseto?

Assolutamente si. Qui l’associazionismo e il volontariato sono realtà molto forti. Noi coltiviamo rapporti con diverse associazioni. Collaboriamo con l’arcigay di Grosseto, abbiamo aderito a iniziative a favore del matrimonio gay. Nello stesso tempo abbiamo contatti con associazioni legate alle parrocchie e quando le incontriamo scopriamo che c’è curiosità e apprezzamento nei nostri confronti: perché facciamo tante cose e questo nostro creare un luogo di incontro vedo che è molto apprezzato.

Noi in fondo facciamo volontariato culturale. Oltre al fatto che anche qui è molto sentito il problema della solitudine, alcune persone usano la nostra libreria e le attività collegate anche per stare insieme.

Domanda brutale ma d’obbligo: la libreria frutta sul piano economico? O quantomeno si autosostiene con gli introiti dalla vendita di libri?

Si fa fatica, la libreria sta in piedi perché ci sono le altre attività che a noi non costano nulla: sono sovvenzionate dall’Arci oppure finanziate da altre associazioni. E perché io come altre socie lavoriamo in libreria gratuitamente, facendo i turni.

Gli introiti dalla vendita dei libri contribuiscono a mantenere la libreria ma non sarebbero sufficienti. Le socie tendenzialmente leggono tanto e alcune spendono anche parecchio ogni mese. Però se parliamo di vera e propria clientela: prima di Natale c’è un picco, prima delle vacanze estive c’è un picco. Ma ci sono mesi morti.

Vendiamo parecchio nelle sagre, mercatini vari, e lì quelli che vanno di più sono i libri per bambini e i gialli. Ecco in quelle situazioni ci sono tanti uomini che comprano libri da noi, in particolare nonni per i nipoti: probabilmente non entrano in libreria perché non sono abituati ma in un contesto diverso e più famigliare come appunto il mercatino, si scatenano, fanno scorta.

Quindi i libri per bambini e ragazzi rivestono un certo peso. Del resto avete anche un reparto ad hoc all’interno della libreria. Che tipo di offerta propone la Libreria delle ragazze ai genitori e ai nonni?

Per i più piccoli cerchiamo di scegliere i libri che ci sembrano avere le illustrazioni più belle, oppure quelli che hanno vinto il premio Andersen.

Per l’età un po’ più grandicella prendiamo anche libri che non sono necessariamente indirizzati ai ragazzi, ma che riteniamo possano essere adatti a loro: anche i classici, non solo i fantasy! Molte di noi sono mamme, io sono mamma… vorremmo arginare un po’ la mania dei fantasy. E siccome abbiamo clienti madri e nonne che ci chiedono consiglio, se ne parla con loro, cerchiamo di offrire delle alternative che a noi sembrano valide.

Entriamo nel vivo delle attività organizzate dalla libreria, mi pare siano un po’ la spina dorsale: in cosa consistono? sono aperte a tutti o c’è una distinzione fra soci e non soci?

Alcune attività sono aperte a tutti, altre sono riservate alle socie (come peraltro lo sconto del 10% sul prezzo di copertina).

Ovviamente sono aperte a tutti le presentazioni dei libri: ne organizziamo parecchie, sempre con la presenza dell’autore, e devo dire che hanno anche un buon risvolto commerciale perché quasi tutti i presenti una copia alla fine la comprano (tanto più che l’autore si ferma a parlare, scrive la dedica).

Cerchiamo di farle in libreria perché sono un’occasione per far conoscere il posto e promuoverlo. Se si prevede un’affluenza eccessiva per lo spazio della libreria, allora la presentazione si tiene in un altro locale. È successo ad esempio con Dacia Maraini: lei prima è venuta in libreria da noi, però la presentazione l’abbiamo fatta sulle Mura, alla Troniera, in collaborazione con la Pro Loco di Grosseto.

Poi magari da cosa nasce cosa. Abbiamo ospitato una nostra socia pastora battista – Elizabeth Green – che ha presentato da noi un suo libro: Il filo tradito. A seguito di questo, abbiamo deciso di organizzare quattro o cinque incontri (aperti a tutti) nei quali lei ha trattato un tema che ci sembrava interessante e di cui si parla poco: la donna nella Bibbia.

Sono aperti a tutti anche gli incontri sulla storia dell’arte che facciamo, sempre in libreria: li tiene una nostra socia – Vera Giommoni. A volte si parla di un periodo storico, altre volte di un singolo artista (l’ultima volta il tema era Cezanne). Poi magari si decide di andare insieme a vedere una mostra.

Nel 2011 e nel 2012 abbiamo organizzato un convegno sulla ‘cura’, quello del 2012 ci è stato finanziato dal Cesvot. Abbiamo invitato relatrici di varie discipline (sociologhe, architette, psicologhe…) e hanno partecipato anche donne di altre associazioni locali.

Ma spesso per le presentazioni dei libri non abbiamo finanziamenti e quindi dobbiamo arrangiarci: l’autrice non si fa pagare, e se per lei va bene una di noi la ospita in casa sua in modo da evitarle spese di soggiorno. A quel punto si passa del tempo insieme, magari diventiamo amiche per cui l’autrice rimane poi in contatto con noi, capita che ritorni. È tutto molto informale!

Libreria delle ragazze
Un’attività a porte chiuse, riservata alle socie, è la visione di film tratti da libri: scegliamo il film, noleggiamo il dvd, poi ci troviamo la sera in libreria a guardarlo. Dopo la visione lo commentiamo, discutiamo fra noi, un po’ come il cine forum di antica memoria. E mangiamo! Ognuna si incarica di portare dei cibi, alcune di noi cucinano divinamente… È un modo di passare la serata insieme divertendoci e facendo qualcosa che ci arricchisce sul piano culturale, o semplicemente facendo discorsi piacevoli ma non sciocchi.

Iniziative riservate alle socie sono anche i vari corsi che organizziamo: inglese, biodanza, tai chi… corsi di alfabetizzazione informatica – seguitissimi, considera che l’età media delle socie si aggira intorno ai sessantanni almeno, io sono una delle più giovani e ho passato i cinquanta!

Prima dicevi “in fondo facciamo volontariato culturale”. Secondo te siete riuscite a far amare di più i libri? A promuovere la lettura?

Non so se siamo riuscite ad allargare il numero dei lettori a Grosseto, sono un po’ scettica però ci proviamo. Stiamo provando a far amare la poesia, che non mi sembra abbia molti accoliti di questi tempi. Anche l’agenda che da due anni pubblichiamo e mettiamo in vendita nella libreria è volta in questo senso: Il filo delle parole, sottotitolo Il sapere delle donne – la poesia.

Abbiamo organizzato pomeriggi e serate in cui si leggevano delle poesie, oppure una ragazza che studia al Conservatorio suonava la chitarra e un’autrice leggeva.

Ci piacerebbe dare continuità a un circolo di lettura e vorremmo trovare un modo un po’ bello, accattivante di farlo. Anche per coinvolgere chi magari in questo momento ha voglia solo di ascoltare, perché è in soggezione verso il libro o per altri motivi. Ad esempio c’è stato in libreria un incontro con Patrizia Zappa Mulas che è scrittrice ma anche attrice: lei ci ha letto un suo racconto e sentirla ci ha letteralmente incantate, è stata un’esperienza molto bella. Penso che cose di questo tipo potrebbero essere interessanti. Fra l’altro alcune delle nostre socie fanno teatro, quindi abbiamo a disposizione lettrici capaci di trasmettere emozioni con la lettura, di far vivere il testo.

Hai citato più volte rapporti, anche stretti, fra la libreria e gli autori o autrici. E con gli editori?

Abbiamo rapporti con degli editori locali, anche perché fra le nostre socie ci sono alcune scrittrici: e sono pure brave! Quindi è capitato che per la presentazione del libro di una socia sia venuto l’editore. Ovviamente parlo di piccoli editori locali, con i grossi editori no, non siamo in relazione.

Nelle classifiche delle vendite se si va a guardare uno spaccato anche solo per macro area geografica, spesso si trovano ai primi posti libri strettamente legati al territorio. È un fenomeno rilevante anche nell’area di Grosseto?

Si. Ad esempio qui c’è una scrittrice molto amata che scrive in toscano, anzi in maremmano corredato da un piccolo glossario maremmano-italiano. Si chiama Luciana Bellini (è una nostra socia). Ha scritto libri davvero belli, libri sulla vita delle donne in campagna oppure racconti riferiti ai paesi in cui lei ha vissuto. E un libro per me meraviglioso – Il mestiere finito – in cui anziché andare da uno psicoanalista sceglie come interlocutore il suo tacchino e i discorsi li fa con lui mentre lo governa. Luciana è estremamente nota in zona, appena esce un suo libro tutti lo comprano.

L’altra autrice molto conosciuta e seguita – anche lei nostra socia – è Roberta Lepri.

Entrambe vendono in tutte le librerie della zona, però magari le presentazioni le fanno da noi.

Progetti per il futuro, oltre al circolo di lettura?

Abbiamo voglia di rivolgerci ai ragazzi, quelli delle scuole superiori. Renderli più protagonisti nella vita della libreria, far organizzare da loro delle iniziative su temi di loro interesse anche relativi alla scuola, ai problemi della scuola.

Siamo in fase di contatti con alcuni ragazzi per capire di che cosa hanno bisogno e su cosa sono disponibili ad attivarsi, a usare lo spazio della libreria. Perché mi chiederai tu? Perché siamo donne e siamo mamme: di figli che crescono.

Ti ho conosciuta molti anni fa (siamo over 50 tutte e due…) dedita alla professione avvocatizia. Ti ritrovo, seppur tutt’ora avvocatessa in carica, molto impegnata nella gestione della Libreria delle ragazze. Che cosa ti piace di più nella tua esperienza di libraia?

Mi piace molto il rapporto di scambio che c’è almeno con una parte di clienti, per cui tu dai dei consigli ma anche loro te li danno su libri che hanno letto.

C’è anche un aspetto personale: io ho sempre amato leggere, però attraverso la libreria (parlo soprattutto delle socie) ho incontrato persone che nella loro vita hanno letto tantissimo, hanno dei gusti ben definiti. Persone che non scelgono i libri sulla base della copertina o dei passaggi in televisione (perfino nella nostra libreria, se un libro è stato presentato nel programma di Fazio il giorno dopo tutti che te lo chiedono!). Tramite loro ho scoperto ad esempio autrici giovani che non avevo ancora letto e che magari non avrei letto.

E mi piace che la Libreria delle ragazze sia un luogo: dove si tengono attività, culturali e non solo, che si intrecciano con i libri. Mi sembra ci sia una risposta, quindi un bisogno. E poi ci siamo pure guadagnate la segnalazione sul Tirreno!


La libreria delle ragazze
Via Pergolesi 3/A
58100 Grosseto
Tel. 0564 20601
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