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cultura non convenzionale

Intervista a Edoardo Maria Sinatra

Titolare, insieme alla madre Enrica Guerraz, della storica libreria Arethusa di Torino e fondatore dell'omonima casa editrice, Edoardo Sinatra ci racconta la sua esperienza di libraio ed editore specializzato in materie esoteriche.

di Rosalba Rattalino


Storica libreria di Torino nata alla fine degli anni ’40, di recente divenuta anche marchio editoriale: stiamo parlando di Arethusa (nome ispirato alla mitologia greca). Edoardo Sinatra ha rilevato la libreria nel 2004, ne ha proseguito e sviluppato l’ambito specialistico, ha fondato l’omonima casa editrice.

Edoardo Sinatra Arethusa è da sempre specializzata nel campo delle materie esoteriche.

Quando iBUK mi ha suggerito quest’intervista, mi sono chiesta che cosa significhi di preciso ‘esoterico’. Ho posto la domanda a qualche amico: i più onesti sul piano intellettuale hanno risposto “non lo so”, altri l’hanno prontamente decodificato come “cose che hanno a che fare con la magia, con l’al di là, gli spiriti…”

Che il termine esoterico sia entrato nel linguaggio comune in modo superficiale, per cui ognuno ci mette dentro quello che vuole: questo credo sia fuor di dubbio.

E quindi incontrando Edoardo Sinatra da lì sono partita.

Sul sito internet, Arethusa si definisce libreria specializzata in campo esoterico. Che cosa si intende per esoterico?

È specializzata in esoterismo anche se in realtà abbraccia un panorama ben più ampio. Il termine esoterico è molto inflazionato, significa semplicemente ‘insegnamento riservato a pochi’, ma in senso allargato esoterico è anche tutto ciò che appartiene ai saperi non convenzionali, non accademici: ad esempio filosofie orientali, medicina alternativa, alchimia… noi ci occupiamo anche di antropologia, di psicologia (principalmente junghiana).

Io cerco sempre di far capire la differenza fra esoterismo e occultismo: l’occultismo non riguarda né me né la libreria, in Arethusa non c’è nulla di nascosto o oscuro, al contrario Arethusa è un luogo di luce e di pensiero positivo.

I saperi esoterici richiedono grande volontà di conoscenza, impegno, c’è un cammino da fare. La nostra libreria si prefigge anche il compito di introdurre a questa conoscenza. È un ambito vastissimo, all’interno del quale ci sono però sempre dei collegamenti, un filo rosso che attraversa discipline diverse, culture diverse, soprattutto nei saperi simbolici. Tutto è strettamente collegato.

Allora niente magia? Amici ai quali ho preannunciato l’intervista con te, hanno fantasticato collegamenti con la sfera del magico.

Che il termine esoterico si presti ad essere equivocato lo so bene, tant’è che ho tenuto subito a precisarlo. Cerco di spiegarmi cogliendo spunto proprio dal tuo riferimento alla magia.

Nella nostra libreria abbiamo anche, tanto per fare un esempio, i tarocchi: intanto ci sono tarocchi che sono delle vere e proprie opere d’arte, e poi c’è tutto l’aspetto storico iniziatico del simbolismo dei tarocchi. Il versante divinatorio è uno degli aspetti, non l’unico.

Altro esempio che mi viene in mente: i pendolini. Parlare di pendolini oggi fa ridere perché nella comunicazione al grande pubblico sono stati inflazionati e banalizzati, mentre nella realtà sono strumenti ancora oggi utilizzati da alcuni ordini religiosi: la radiestesia è una scienza che andrebbe studiata e rispettata, si basa su fatti puramente magnetici, il pendolino è solo un’estensione delle nostre potenzialità di campo magnetico.

Pensa a quanti secoli ha impiegato l’agopuntura per affiancarsi in occidente alla medicina ufficiale, eppure adesso finalmente le viene riconosciuta dignità e validità.

Esoterismo è un’etichetta che fa subito pensare a cose sbagliate. E torno al fatto che accostare i saperi esoterici comporta un percorso impegnativo di studio.

Tu come sei diventato libraio (e editore) specializzato in esoterismo?

In origine facevo il pubblicitario, copy writer. Avevo fin da ragazzo una passione per il sapere esoterico ed ero già cliente di Arethusa, che è stata la prima libreria nata in Italia con questa specializzazione: per me Arethusa era letteralmente un mito!

Attraverso la frequentazione è nata una scintilla fra me e la fondatrice: lei voleva affidare la libreria a qualcuno che ne proseguisse la tradizione, io avevo in mente di aprire una casa editrice. Mi ha detto “prova a iniziare dalla trincea: dalla libreria”. E così ho fatto.

Ho iniziato nel 2004, mi sono fatto le ossa, il mestiere di libraio l’ho imparato strada facendo. Poi nel 2010 ho fondato la casa editrice, forte di un marchio ormai consolidato e conosciuto. Naturalmente non sono da solo, sono stato sempre accompagnato dalla mia socia, e madre, Enrica Guerraz che segue tutta la parte amministrativa.

Nel 2012 abbiamo cambiato sede: volevamo incrementare ulteriormente l’offerta, poi c’era il discorso delle presentazioni in libreria, andare in una sede più grande e prestigiosa era diventato un passo necessario. Ora siamo in via Giolitti, dove attualmente organizziamo due incontri alla settimana. La mia volontà è far diventare la libreria un centro di dibattito culturale non convenzionale.

Libreria Arethusa Che cosa ti piace nel lavoro di libraio?

Il mio lavoro di libraio, in queste materie, è di insegnamento reciproco fra me e i clienti. Ti confronti con persone che hanno piacere e voglia di affrontare questo cammino e tu sei lì per aiutarle nel loro progetto, così come ti confronti con persone che questo cammino l’hanno già fatto e arricchiscono la tua conoscenza.

In questo campo enorme che va sotto il nome discipline esoteriche, fra libraio e cliente si crea un rapporto di reciproco insegnamento e crescita. Secondo me il piacere di essere libraio specializzato consiste proprio in questo crescere insieme al cliente: bisogna essere consulenti, non venditori.

Iniziando dalla “trincea” ovvero dal lavoro di libraio, che cosa hai scoperto?

Ho scoperto il rapporto con il lettore, quello che dicevo prima sullo scambio e sul crescere insieme. E poi tutto quanto riguarda la filiera del libro. E ho imparato a capire quali possono essere i punti di forza di un titolo avendo un occhio privilegiato sul lettore, cosa che mi ha aiutato enormemente anche per il lavoro come editore.

Che tipo di clienti arriva nella libreria Arethusa?

La nostra clientela va dal semplice curioso, all’appassionato, allo studioso, al docente universitario (ad esempio di orientalistica).

Tendenzialmente chi viene nella libreria Arethusa sa già che da noi trova una determinata selezione di testi e materie, poi può capitare che qualcuno chieda il romanzo in voga in quel momento e noi, se riguarda il nostro campo, glielo procuriamo.

Facciamo arrivare su richiesta i titoli di varia. Detto fuori dai denti: il Dan Brown di turno lo teniamo per dovere, alcuni titoli dobbiamo averli per forza. Però da Arethusa non trovi i libri ‘commerciali’ che trovi in qualsiasi libreria.

Invece e soprattutto, avendo dei canali preferenziali con alcuni distributori, noi riusciamo a reperire anche libri rari apparentemente introvabili. Infatti ci chiamano da tutta Italia, e anche dall’estero, per questo tipo di servizio. E qui ritorna il discorso della consulenza: il libraio specializzato deve offrire un servizio a tutto tondo.

Abbiamo anche una pagina facebook: diamo tutti i giorni dei suggerimenti, si aprono dibattiti, è una pagina che nel nostro campo sta spopolando.

Uso un termine brutale ma comodo per capirci: l’esoterismo ‘tira’ oggi?

Lo definirei stabile nel tempo, complessivamente non è soggetto né a picchi né a crolli. Ad esempio lo yoga non era più di moda in passato e non sarà più di moda in futuro. Sono discipline che hanno una loro nicchia di pubblico, più o meno ampia a seconda dell’ambito, ma sempre attiva. Anche l’alchimia, per fare un altro esempio, non risente, né può risentire delle mode.

Questo come andamento generale. Poi capita che dei programmi inducano un’improvvisa crescita di interesse verso determinate tematiche. Ultimamente si parla molto di Islam, si parla di dialogo fra le religioni: sono ambiti che stanno suscitando attenzione e interesse.

In questa tendenziale stabilità del mercato, hai notato evoluzioni nel profilo dei clienti?

Sono aumentati molto i giovani: ai quali peraltro teniamo molto, e li seguiamo con particolare passione. I giovani sono un pubblico in crescita. Vanno ad affiancarsi ai ‘grandi vecchi’, a quei clienti che per noi sono dei maestri, che ci seguono dai tempi in cui la libreria è nata.

Comunque ci sono continuamente nuovi arrivi, di tutte le età.

Guardando il sito internet di Arethusa si ha l’impressione che la libreria voglia essere anche centro culturale. Ho capito giusto?

Hai capito bene. Gli incontri culturali sono linfa vitale per la libreria, su tanti fronti. Lo sono anche per accrescere il nostro parco clienti, e per promuovere piccole case editrici che noi trattiamo (ci piace favorire le piccole realtà editoriali), e per promuovere il lavoro di autori interessanti che magari non hanno modo di far sentire la loro voce attraverso i canali istituzionali.

Riallacciandomi a quanto accennavo prima sull’interesse verso il dialogo fra religioni. Lo scorso anno abbiamo organizzato una splendida serata con lo Shaykh 'Abd al Wâhid Pallavicini, che è stato il primo in Italia a convertirsi all’Islam (nel 1951) ed è attualmente a capo della comunità islamica italiana di Milano. Il tema era ‘mistica ed esoterismo nell’Islam’, è stato un incontro di altissimo livello culturale anche grazie alla notevole partecipazione da parte del pubblico presente.

In occasione poi della pubblicazione da parte nostra del libro di Rocco Quaglia Dalla parte della Bibbia – libro che smentisce tutte le teorie sostenute dal fisico Piergiorgio Odifreddi! – abbiamo organizzato una presentazione a cui ha partecipato anche un Pope ortodosso.

Altro bellissimo incontro in ambito religione è stato il concerto di canti liturgici ortodossi.

La libreria Arethusa vuole e deve essere sede di pensiero, scambio, conoscenze. E devo esserlo fuori da ogni dogma e dogmatismo, l’unica cosa che bandiamo è il pregiudizio. Abbiamo clienti di tutte le religioni e di tutti i saperi.

Ci possiamo permettere in alcune serate di andare su tematiche molto specifiche e da iniziati, ma il più delle volte cerchiamo di dare agli incontri un taglio divulgativo. Anche se in realtà, per dirla tutta, ho notato che serate dedicate ad argomenti estremamente complessi hanno riscosso fino ad ora un successo incredibile, al di sopra delle aspettative.

Libreria Arethusa Immagino ci sia una selezione dei titoli che trovano spazio nella vostra libreria. Quali sono i criteri di selezione? Chi se ne assume la responsabilità?

La selezione c’è ed è notevole sulla qualità dei testi: in quest’ambito vengono pubblicate anche tante sciocchezze e noi dobbiamo valutare con attenzione il contenuto, l’autore, la validità del testo. Che si tratti di titoli dal contenuto molto complesso, e noi questo tipo di libri dobbiamo averlo. O si tratti di libri di impronta più commerciale, e lì si tratta di capire se un libro commerciale può essere valido come introduzione all’argomento.

Poi ci sono dei testi capisaldi che nella nostra libreria non possono mancare. E c’è il mondo delle novità, ne escono quotidianamente: è fondamentale averle, ma bisogna fare una cernita che tenga conto prima di tutto della qualità, senza dimenticare un occhio doveroso e importante a quello che può interessare al lettore.

La selezione viene fatta da me e dai miei collaboratori. È basata sulla nostra passione ed esperienza, o meglio passione e studio: che sono indispensabili per avere esperienza. Dopo di che vai anche molto a naso: guardi la sinossi del testo, analizzi una serie di aspetti, però devi anche avere fiuto. Lo stesso vale per l’attività di editore.

Naturalmente nelle scelte che faccio entra in gioco anche una variabile di formazione personale: io do grande valore all’informazione storica, per me tutte le conoscenze devono partire da basi storiche, o da basi scientifiche, ed è fondamentale conoscere le fonti. Ritengo ad esempio che non abbia senso cercare di iniziare a studiare la Cabala senza conoscere l’ebraismo.

Ho sempre letto più saggistica che narrativa, forse anche per questo la narrativa nell’assortimento della libreria ha un peso relativo.

Parliamo finalmente della casa editrice: dico ‘finalmente’ perché ho l’impressione sia una cosa che ti prende molto e ti riesce difficile separare dal discorso sulla libreria.

Del resto ero partito con il progetto di aprire una casa editrice! Il primo testo che abbiamo pubblicato come editore Arethusa è L’ombra dell’Oriente tenebroso, che non veniva più edito in Italia dal lontano 1929: noi abbiamo deciso di pubblicarlo e l’abbiamo scelto per il nostro esordio.

(Edoardo si lancia con passione nel merito di questo testo, tanto più avendo colto nel mio sguardo un punto interrogativo: ammetto, non conoscevo questo libro).

È basato su appunti di viaggio, tratta della vita delle popolazioni della Russia orientale nell’epoca di passaggio fra impero zarista e rivoluzione bolscevica…

(Lo fermo, mi è chiaro che si tratta di un libro di grande spessore antropologico e da quello che sto ascoltando, affascinante.)

Poi abbiamo pubblicato Civilization One e L’alba delle piramidi, e altri testi. L’ultimo è il libro che citavo prima, Dalla parte della Bibbia. Facciamo scelte che vanno dalla storia alla religione all’antropologia. Ovvio che i nostri libri devono avere una forte capacità di divulgazione, essere scritti in modo chiaro e accessibile, immediatamente comprensibile, niente di criptico.

Non è un momento facile per gli editori, né grandi né piccoli. Come sta andando la casa editrice sul piano economico?

Si è inserita molto bene nella distribuzione nazionale perché è stata subito ben accolta e apprezzata come progetto editoriale dagli operatori del settore. Attualmente direi che, nonostante il momento pessimo, non ci si possa lamentare molto: non pretendiamo di guadagnare però ci difendiamo: devo dire che mi posso in ogni caso ritenere soddisfatto.

Ovviamente abbiamo come canale di vendita, oltre alla distribuzione nazionale che ci permette di essere presenti in tutte le librerie italiane (o comunque facilmente reperibili grazie all’ottimo lavoro della PDE), anche la nostra libreria e il nostro sito.

Perdona una domanda finale all’insegna della leggerezza. Arethusa è nata a Torino e ha sede lì. Torino non è una città qualsiasi parlando di esoterismo, non nell’immagine comune. Cosa mi dici di questo?

(Edoardo sorride, era da un po’ che se l’aspettava e forse si stava chiedendo ‘com’è che non me ne parla?’)

Al di là della leggenda di città magica, Torino ha una profonda sensibilità per questi aspetti meno conosciuti. E la città in sé ha una struttura con molti riferimenti simbolici. Preciso: per ‘leggenda’ intendo “ciò che è da leggere”, da comprendere.

Diciamo che ci sono fattori nella nostra città che aumentano la curiosità e l’interesse potenziale verso gli ambiti di cui mi occupo.

Avete rapporti con il mondo cattolico?

Assolutamente. Collaboriamo anche con alcuni parroci, con ordini religiosi. Proprio perché dalle conferenze e incontri che organizziamo, ai libri che trattiamo, la nostra è una libreria inter-religiosa. E nel nostro assortimento abbiamo anche Vangeli particolari, varie edizioni della Bibbia, oltre ovviamente ad altri testi importanti pubblicati da case editrici prettamente cattoliche.


Arethusa
via Giolitti 18 - 10123 Torino
tel. 011 8173373
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