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librerie religiose vs librerie laiche (seconda puntata)
Il mese scorso abbiamo analizzato su iBUK alcuni dati Arianna – primo trimestre 2010 - sulle vendite di titoli che riguardano la religione: nelle librerie religiose e, per confronto, nelle librerie laiche (v. archivio articoli: Pianeta religione).
Approfondiamo ora il significato di quei dati con un esperto del settore: Andrea Menetti, coordinatore editoriale del Consorzio per l’Editoria Cattolica.
Un suo commento sul quadro che emerge dalle classifiche Arianna dei titoli più venduti in area religione: canale laico e canale religioso a confronto. Che cosa ne pensa? C’è qualche aspetto che la colpisce?
Sono dati che non mi sorprendono. La classifica delle vendite nelle librerie religiose è in linea con i dati in nostro possesso, non manca nessun testo che mi aspettavo di vedere. È un po’ diversa da quella che pubblichiamo - come Rebeccalibri - sull’Avvenire, ma là applichiamo delle distinzioni di prezzo e di genere.
Nel quadro complessivo noto innanzi tutto – ed è per me una conferma - che nelle librerie religiose si vendono titoli di editori cattolici mentre non vale altrettanto, se non in piccola parte, nel canale laico.
E questo per motivi che investono il ruolo di chi cura gli acquisti nelle librerie laiche, il ruolo della distribuzione, il ruolo del pubblico. Mi spiego: nel canale laico, un titolo ad es. di Enzo Bianchi se esce sotto un editore non cattolico (poniamo Einaudi) esercita molto più fascino. A parità di autore e di titolo.
Guardo la classifica dei titoli più venduti nelle librerie laiche e vedo Mondadori, Cortina, Rizzoli...
Purtroppo l’editoria religiosa paga tutt’ora un pegno che viene da lontano: il lettore laico o tiepidamente religioso, se vede che il libro è di un editore cattolico teme di trovarci dentro un po’ di "propaganda", pensa "qui mi verrà fatta un po’ di catechesi".
Davanti al medesimo titolo - abbinato al nome di un editore laico - quel lettore si sente più garantito sul piano della neutralità di approccio, pensa "sono certo che è stato fatto un vaglio culturale, che non ci sono intenti propagandistici".
In realtà, niente di più falso. Ma il lettore medio la pensa così. Vedi anche il caso di un autore come il Cardinale Martini: alcuni suoi libri usciti con editori cattolici hanno avuto un buon successo, ma ne avrebbero avuto molto di più se fossero stati pubblicati da Rizzoli o Bompiani o altri editori affini.
Lei dice che questa situazione viene da lontano. In che senso?
(Andrea Menetti sorride) Le citerò Gramsci. Nei Quaderni dal carcere, Gramsci rifletteva su perché le masse leggono, quando leggono, determinati libri. E per quanto riguarda i testi religiosi, arrivava alla conclusione che in realtà si tratta di libri che i parroci acquistano e poi regalano alle persone: quindi "propaganda".
Molti analisti del mercato la pensano ancora oggi così.
Ma se anche fosse vero che alcuni libri vengono acquistati dai parroci, qual è il problema? In editoria parliamo di diffusione, non di lettura.
La caratteristica dell’editore cattolico è che non può pubblicare contenuti nei quali non crede, sceglie sempre con un occhio al messaggio inteso non come propaganda ma come spessore, valore contenutistico. Nell’editoria laica la situazione è più flessibile: ci sono collane di puro intrattenimento che con le loro vendite permettono all’editore di pubblicare (anche) collane di poesia.
In apertura lei accennava al ruolo svolto attivamente dal canale (i buyer, la distribuzione)
Chi cura gli acquisti nel canale laico ragiona in modo speculare a quanto detto fin’ora: pensa che il titolo di un editore laico sia più attraente per il pubblico della sua libreria, si sente rassicurato.
Ma è un processo circolare che si autoalimenta. Mi è capitato spesso di essere in una libreria laica e sentir dire, in risposta alla richiesta di un cliente: "non l’abbiamo, le Edizioni Paoline le deve cercare nelle librerie San Paolo" oppure "noi non teniamo libri religiosi".
La Bibbia di cui tutti tanto parlano, che tutti considerano fondamentale nella nostra cultura, nelle librerie laiche è sempre collocata in punti a dir poco sacrificati, anche a cercarla non la vedi. Se potessero metterla in cantina, lo farebbero. Allora, mi chiedo... la Bibbia la consideriamo il libro dei libri, o no? La riteniamo fondamentale per la nostra cultura, o no?
Il dato sul libro religioso pubblicato da editori cattolici è "radicato", poi qualcosa sfugge per motivi di capillarità distributiva. La Bibbia, il Vangelo, compaiono anche nella classifica relativa al canale laico semplicemente perché la libreria religiosa non la trovi ovunque (penso ad es. alle piccole cittadine, ai paesi).
Ma di base librerie religiose e librerie laiche sono mondi che non si parlano. L’esperienza di Rebeccalibri nasce proprio per mettere in comunicazione questi due mondi: è un cammino in corso, qualcosa lo abbiamo già ottenuto. Ritengo che fra un anno e mezzo, due anni, cambierà il panorama di quello che si pensa leggano gli italiani. Gli italiani leggono molti più titoli religiosi di quanto evidenziato oggi dalle classifiche.
Le sue considerazioni mi portano a chiederle: che cosa intendiamo per titolo religioso o comunque di area religiosa? Come lo definiamo? Ad esempio Il tao della fisica è pertinente a una classifica di libri che riguardano la religione?
Il tao della fisica. Mi viene da risponderle, perché no? È un confine molto sottile quello fra testi religiosi e non religiosi, un confine che riguarda il livello spirituale di trattazione dell’argomento.
Alcuni libri di filosofia che ci aprono a una speculazione sul destino dell’uomo, a una speculazione spirituale, si possono a mio parere considerare religiosi o comunque attinenti alla religione.
(Andrea Menetti scorre i titoli fino alla trentesima posizione)
I titoli dalla 16ª alla 30ª posizione nelle vendite in area religiosa: gennaio–marzo 2010 (dati Arianna)
[La classifica con le prime 15 posizioni è stata pubblicata nella prima puntata Pianeta religione]
| LIBRERIE RELIGIOSE | LIBRERIE LAICHE |
16 | Comunione inseparabile con il Signore Centro Ambrosiano | Erri De Luca Penultime notizie circa Ieshu/Gesù EMP |
17 | Parola del Signore. Vangeli e Atti degli Apostoli Elledici | Emanuela Provera Dentro l’Opus Dei. Come funziona la milizia di Dio Chiarelettere |
18 | Giampietro Polini Quaresima 2010 Centro Eucaristico | Corrado Augias Disputa su Dio e dintorni Mondadori |
19 | Quaresima Pasqua 2010 San Paolo Periodici | Richard Dawkins L’illusione di Dio. Le ragioni per non credere Mondadori |
20 | Messalino quotidiano. Domenicale – festivo e feriale San Paolo Edizioni | Anthony De Mello Messaggio per un’aquila che si crede un pollo Piemme |
21 | Santa Brigida di Svezia Le preghiere di santa Brigida Ancilla | La Sacra Bibbia. Nuova edizione ufficiale della CEI San Paolo Edizioni |
22 | Preghiere di ogni giorno EDB | Antonio Socci Mistero Medjugorje Piemme |
23 | Come pietre vive. Catechesi quaresimale In Dialogo | Gianfranco Ravasi Cinquecento curiosità della fede Mondadori |
24 | Lettera ai cercatori di Dio Paoline Editoriale | Barbara Frale La Sindone di Gesù Nazareno Il Mulino |
25 | Vangeli e Atti degli Apostoli Elledici | Osho Ricominciare da sè Mondadori |
26 | Messa quotidiana e meditazione per ogni giorno Centro Ambrosiano | Antonio Socci I segreti di Karol Wojtyla Rizzoli |
27 | Bruno Barberis Sindone. Indagine su un crocifisso San Paolo Edizioni | Fritjof Capra Il Tao della fisica Adelphi |
28 | Vangeli e Atti degli Apostoli. Nuovo testo CEI Elledici | Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere Newton Compton |
29 | Santa messa per gli sposi EDB | Claudio Rendina I peccati del Vaticano. Superbia, avarizia, lussuria Newton Compton |
30 | La famiglia cristiana nella casa del Padre Elledici | Vangelo e Atti degli Apostoli. Nuova versione ufficiale San Paolo Edizioni |
In questa classifica relativa alle librerie laiche, vedo in effetti alcuni titoli che a mio parere esulano dalla categoria religione. Dentro l’Opus Dei. Come funziona la milizia di Dio (Emanuela Provera, 17° posto). Lo stesso dicasi per Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere (Newton Compton, 29°).
Mentre – per fare qualche esempio – sono testi ‘spirituali’: Penultime notizie circa Ieshu/Gesù di Erri De Luca (16°), Disputa su Dio e dintorni di Augias (18°). Così in terra come in cielo di Andrea Gallo (1°).
È spirituale il testo buddista Felicità in questo mondo (5°), e lo è Il Tao della fisica di Fritjof Capra (27°). Lo è anche L’illusione di Dio. Le ragioni per non credere di Richard Dawkins, che è stato un bestseller negli Stati Uniti: senz’altro più spirituale del libro sull’Opus Dei.
La religione è un argomento di confine trasversale ai generi: può essere di taglio storico, di taglio filosofico... a meno che decidiamo di confinare l’etica religiosa, l’etica cristiana, nel perimetro della preghiera, anziché considerarla parte della nostra vita quotidiana (ma questo è un discorso che ci porterebbe lontano).
Farei però una distinzione fra saggio religioso e testo per i fedeli.
Ci sono libri che vanno in mano solo ai credenti. Leggo, consulto, un messalino per praticare il culto: è un testo che presumibilmente interessa al fedele (e in genere non lo compri per piazzarlo in salotto ma per utilizzarlo). La sua posizione nelle vendite è per me un indicatore di vicinanza alla fede.
E ci sono invece titoli non destinati necessariamente o esclusivamente ai credenti. Alcuni libri ‘religiosi’ hanno potenzialità di coinvolgere un pubblico ampio: il fedele, il lettore curioso, fino al lettore distante sul piano della fede e tuttavia attratto da un certo tipo di riflessione.
Definire che cosa rientra o non rientra nella categoria ‘titolo religioso’ non mi pare semplicissimo...
Non c’è dubbio. I libri a carattere religioso rappresentano un’area dai confini molto sfumati, non facile da classificare.
Quando "cambierà il panorama delle letture degli italiani evidenziato dalle classifiche", bisognerà accordarsi sui criteri?
Probabilmente si.
Su questo “probabilmente si” che lancia uno stimolo alla discussione (di cosa parliamo quando parliamo di titoli religiosi?) e fa riferimento a una situazione evolutiva, si conclude per ora la nostra chiacchierata con Andrea Menetti. Non mancheranno le occasioni per riprendere il discorso.
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