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raccontare i conflitti

Guerra o pace

Di fronte al continuo divampare di scontri cruenti, non così lontani da non riguardarci da vicino, si acuiscono l’interesse e il desiderio di capire. Per questo vi proponiamo diversi spunti di lettura: testimonianze in prima persona, saggi per comprendere meglio la genesi e l’evoluzione dei cambiamenti, punti di vista contrastanti e romanzi che hanno trasformato in spunto narrativo il racconto di una realtà in fiamme.

di Oddina Pittatore

  1. BISOGNO DI CAPIRE

  2. Guerre d’oggi nei romanzi

  3. Interrogativi sul Grande Medio Oriente

  4. Focus Siria

  5. icona bibliografia Le primavere arabe con Cercalibro
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Sono tornato da Marte è il titolo dell’instant book che raccoglie la testimonianza di Quirico, l’inviato della Stampa che, dopo essere entrato più volte nella Siria occupata dall’esercito di liberazione per raccontare la sofferenza della popolazione, è stato poi tradito e travolto dalla drammatica deriva della rivoluzione subendo cinque mesi di durissima prigionia.

Sono tornato da Marte Il suo libro ha scalato le classifiche di Book Repubblic spinto dall’impatto mediatico della liberazione, ma anche dall’esigenza dei lettori di capire una guerra civile in cui diventa sempre difficile definire i confini tra il bene e il male, in uno dei tanti conflitti in atto che appaiono oscuri e contradditori.

Oltre al libro del giornalista torinese, saggi e testimonianze hanno cercato di scavare nelle ragioni dei conflitti in atto, in Medio Oriente e non solo.

Il sociologo algerino naturalizzato italiano, Khaled F. Allam, parte dalla sua giovinezza in Algeria per indagare sulle attuali forme di dissenso dei giovani arabi, mentre un ex capo di stato maggiore del comando Nato, Fabio Mini, spiega perché non esistono guerre per la pace, e Joe Sacco ricorre al giornalismo a fumetti per raccontare i conflitti di cui è stato testimone.

Reportages Limbo Nel campo dei romanzi, la guerra, uno dei temi cardine delle letterature, in Italia ha i suoi classici novecenteschi in D’Annunzio, Borgese, Lussu e Gadda che hanno raccontato la prima guerra mondiale, e Calvino, Fenoglio, Moravia, Morante, Pavese, Rigoni Stern narratori della seconda.

Oggi, una generazione di scrittori trenta-quarantenni ambientando i suoi libri in Paesi dove sono divampati i più recenti e drammatici conflitti ha intercettato l’interesse, la curiosità e le inquietudini dei lettori, ma è in discussione l’entità di questa attrazione verso guerre e combattimenti reali.

I pareri sono discordi: la partecipazione emotiva all’alto tasso di violenza è considerata uno dei fattori del travolgente successo della trilogia di Khaled Hosseini, lo scrittore di origini afghane, che ha inaugurato il filone con il Cacciatore di aquiloni, ma anche di quello di Nicolai Lilin che descrive le sue esperienze di cecchino, e poi reduce, nella guerra di Cecenia.

D’altra parte, la popolarità inferiore alle attese dei libri dedicati alla missione italiana in Afghanistan da due scrittori di calibro, come Paolo Giordano e Melania Mazzucco, fa pensare che sia più conflittuale l’interesse verso romanzi imperniati su guerre reali che ci coinvolgono da vicino.
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